Sono più di 27mila le piccole e medie imprese italiane che hanno sospeso le rate dei propri finanziamenti, tra ottobre 2013 e giugno 2014, attraverso l’Accordo per il credito 2013, per un controvalore complessivo di debito residuo pari a 9,7 miliardi di euro. A renderlo noto l’Abi ricordando che “il quadro economico generale e le condizioni del nostro tessuto produttivo necessitano di una fase di continuità delle iniziative straordinarie a sostegno delle Pmi per agevolare l’avvio della ripresa”.
L’Associazione bancaria italiana presieduta da Antonio Patuelli informa anche che l’analisi della distribuzione delle domande accolte per attività economica dell’impresa richiedente, evidenzia come il 27,2% delle domande sia di imprese del settore commercio e alberghiero; il 18,6% a imprese deell’edilizia e opere pubbliche; il 16,1% l’industria; il 7,4% all’artigianato; il 5,6% a imprese agricole e il restante 25,1% ad altri servizi.
I contenuti principali dell’accordo, prorogato fino al 31 dicembre prossimo, riguardano la sospensione per 12 mesi della quota capitale delle rate dei mutui; la sospensione per 6 mesi della quota capitale dei canoni di operazioni di leasing; l’allungamento della durata dei mutui per un massimo del 100% della durata residua del piano di ammortamento e comunque non oltre 3 anni per i mutui chirografari e a 4 anni per quelli ipotecari; l’allungamento fino a 270 giorni delle scadenze delle anticipazioni bancarie su crediti per i quali si siano registrati insoluti di pagamento; l’allungamento per un massimo di 120 giorni delle scadenze del credito agrario di conduzione.
JM