I Paesi dell’Ocse e del G20 hanno finalmente trovato un accordo sui primi sei punti sulla lotta all’ottimizzazione fiscale delle multinazionali, tra questi ci sono misure sugli asset intangibili e un capitolo sull’economia digitale. Nel mirino dei governi di mezzo mondo multinazionali del calibro di Google, Apple e Yahoo!, ma anche aziende come Fiat e Starbucks. E’ stato concordato, inoltre, un primo rapporto di base sulle “sfide fiscale dell’economia digitale”, che traccia un quadro di partenza per l’azione futura, e uno sullo sviluppo di “uno strumento multilaterale per modificare i trattati bilaterali”. Sottoscritti anche impegni ad agire per “prevenire l’assegnazione di benefici da trattati in circostanze inappropriate” e introdurre “documentazione sui prezzi di trasferimento e reporting Paese-per-Paese” per le aziende multinazionali.
“Da tempo – si legge in un comunicato di Google – abbiamo espresso il nostro supporto a che i governi rendano il sistema fiscale internazionale più chiaro e più semplice. Naturalmente rispetteremo qualsiasi nuova norma su cui i governi si accordino”. E ci mancherebbe…
JM