Tra hashtag di tendenza, gelati artigianali e slide spiritose, venerdì scorso a Palazzo Chigi è stato approvato in Consiglio dei ministri il cosiddetto decreto «Sblocca Italia». Ad essere coinvolti nella stesura sono stati principalmente i Ministeri delle Infrastrutture, del Tesoro e dello Sviluppo Economico e in gioco c’è una lista di norme piuttosto lunga che, secondo le prime dichiarazioni del premier Renzi, dovrebbe “risolvere i problemi, soprattutto burocratici del Paese”.
Nonostante le risorse messe in campo nei 50 articoli siano ridotte all’osso, siamo ben lontani dai 43 miliardi annunciati dal ministro Padoan nei giorni scorsi, gli argomenti toccati dal decreto sono molti: dalle infrastrutture agli appalti, dalle detrazioni fiscali per la banda larga al sostegno per il made in Italy.
Il Governo ha stanziato 3,9 miliardi per le opere pubbliche cantierabili “a strettissimo giro”, di cui 841 milioni dal fondo revoche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e 3 miliardi 48 milioni dal Fondo di coesione e sviluppo. Il criterio è stato quello della “priorità dei grandi nodi metropolitani e logistici”, ha spiegato Lupi: dall’Alta velocita-Alta capacità Napoli-Bari alla ferrovia Palermo-Messina, passando ovviamenti per gli investimenti già stanziati per gli aeroporti di interesse nazionale, cioè Malpensa, Fiumicino, Firenze e Genova.
Per quanto riguarda la banda larga, per gli operatori che decidono di investire nelle cosiddette “aree a fallimento di mercato”, dove non è redditizio portare la banda a 100Megabit, “è previsto un credito d’imposta a valere sui tributi Ires e Irap per il 30% del costo dell’investimento”, nonostante Renzi abbia parlato di un possibile 50% in futuro.
Passando all’edilizia, la norma sulle progettazioni tecniche si adegua alle prescrizioni dell’Europa. “Il provvedimento che tocca tutte le famiglie”, ha spiegato direttamente il ministro Ncd Lupi, “è semplicissimo: le ristrutturazioni in casa propria non avverranno più con un’autorizzazione edilizia, ma con una semplice comunicazione al Comune”. Padon, inoltre, ha aggiunto che per il comparto ci ci sono norme per facilitare l’attività delle socità di gestione immobiliare in Borsa. Il decreto conferma anche per il 2015 il cosiddetto ecobonus (detrazioni fiscali fino al 65% per i lavori ecocompatibili e di risparmio energetico). Forse verrà confermato anche il bonus mobili che permette il recupero del 50% delle spese per arredare casa.
Molte le misure per l’agroalimentare tricolore: dalla realizzazione di un segno unico per le produzioni made in Italy, anche in vista di Expo, ad un potenziamento degli strumenti di contrasto all’Italian sounding nel mondo. Sul piano della competitività si punta alla creazione di piattaforme logistico-distributive all’estero, al rafforzamento degli accordi per la distribuzione, alla valorizzazione e tutela delle certificazioni di qualità e di origine.
Jacopo MARCHESANO