Pmi e social media, matrimonio mai sbocciato

 

Nonostante la diffusione dei social media stia ormai inevitabilmente influenzando i processi di business da diversi anni, molte aziende italiano sottovalutano la potenza devastante di tali moderni strumenti. Il social customer sembra indirizzato in un futuro nemmeno troppo lontano ad affiancare e piano piano sostituire la propagande pubblicitarie vecchio stampo, ma soltanto le aziende più innovative e lungimiranti ne intuiscono il potenziale.

Seppur di carattere regionale, appare illuminante la ricerca Economia digitale e Pmi marchigiane: una relazione da sviluppare, condotta dal dipartimento di Management dell’Università Politecnica delle Marche: «Abbiamo sondato direttamente un campione di 802 imprese e condotto alcuni focus group con titolari di Pmi del manifatturiero, del commercio e dei servizi. Il quadro è problematico – ha spiegato Gian Luca Gregori, il ricercatore a capo del progetto – perché c’è un forte limite qualitativo e quantitativo legato alle risorse umane che gestiscono i canali online e scarsa analisi delle performance per valutare la reale efficacia degli strumenti usati. Per le piccole aziende non è sostenibile disporre di una figura interna specialistica ma anche il ricorso a fornitori esterni risulta spesso troppo oneroso».

Nonostante le indubbie potenzialità dello strumento, solo il 21% del campione preso in esame considera davvero utile disporre di personale competente nello sviluppo della comunicazione online.«Le imprese più evolute e consapevoli sono quelle che si rivolgono a consumatori non locali – sottolineano, non senza un pizzico di sorpresa, dall’ateneo marchigiano – tra queste solo il 17% non ha un sito web, contro la media del 29% e il picco del 38% tra le aziende che fanno business al consumo locale».

JM