Sarà stato per l’innato ottimismo del premier Renzi, ma gli ultimi data diffusi dall’Istat sull’andamento del Prodotto interno lordo italiano nel secondo trimestre dell’anno hanno gelato e sorpreso un po’ tutti. Certo, non che ci potessimo aspettare percentuali da sogno, ma, in questi termini, il dato non era preventivabile. L’economia italiana torna in recessione tecnica, dopo il secondo trimestre consecutivo in crescita negativa, con il Pil diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, il peggiore da 14 anni.
«Il calo congiunturale – spiega l’Istat – è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Dal lato della domanda il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale al lordo delle scorte risulta nullo mentre quello della componente estera netta è negativo»
Dimenticato di colpo, quindi, l’effimero dato positivo dell’ultimo trimestre dell’anno scorso, un +0,1% che rivesto alla luce degli ultimi dati appare sempre più un’isolata mosca bianca. Alle ortiche anche la crescita stimata dal Governo che ad aprile aveva previsto un +0,8% a fine anno: «E’ evidente che non conseguiremo l’obiettivo previsto – ha dichiarato il vice ministro dell’Economia, Enrico Morando, che nega però la necessita di una nuova manovra correttiva per il 2014.
Jacopo MARCHESANO