In questa nostra settimana dedicata all’approfondimento della delicata situazione immobiliare italiana, dopo l’intervista al presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici di lunedì scorso, cerchiamo ancora una volta di ragionare insieme ad uno dei protagonisti diretti del settore: il presidente di ARPE – Federproprietà Massimo Anderson.
Dott. Anderson, secondo gli ultimi dati contenuti nelle stime preliminari dell’Istat, nel primo trimestre dell’anno, l’Ipab, ovvero l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie sia ad uso abitativo sia come investimento, è calato dello 0,7% rispetto al trimestre precedente; rispetto, invece, allo stesso periodo del 2013, i prezzi hanno subito una caduta del 4,6%. Come leggere questi dati?
Proprio i dati ISTAT forniscono un quadro drammatico della situazione italiana, basti pensare che dal 2008, data di inizio della crisi, il Paese ha perso circa un quarto della propria attività produttiva ed ha oltre 6 milioni di senza lavoro tra disoccupati (3 milioni 113 mila) inoccupati (3 milioni e 205 mila) e 100 mila giovani che hanno preso la strada dell’immigrazione.
Lo stesso segretario generale della CISL, Raffaele Bonanni, in una recente intervista rilasciata alla nostra rivista ha dichiarato: “C’è troppa confusione sulla tassazione sulla casa. Troppe imposte che gravano sullo stesso immobile e sulla famiglia. La tassazione sulla casa rappresenta una delle aree più critiche sulle quali intervenire, anche per realizzare una politica di aiuto concreto a favore di tutte quelle famiglie italiane che dopo una vita di sacrifici e rinunce riescono a comprarsi un’abitazione. Va tenuto conto del valore catastale e dell’ammontare dei mutui che gravano sul valore complessivo degli immobili”.
Non bisogna poi dimenticare che l’Italia è già ai vertici europei per quanto riguarda la tassazione sulla casa, senza purtroppo avere e poter usufruire di tutti quei servizi che le altre Nazioni garantiscono ai piccoli proprietari.
Il trend negativo del mercato immobiliare italiano è in atto da almeno due anni e che, con le stime dell’ultimo trimestre, la riduzione dei prezzi delle abitazioni ha superato il 10%, attestandosi su una flessione del 10,4% dal 2010. Quando saranno riscontrabili le prime inversioni di tendenza?
Il livello del mercato immobiliare è sceso talmente in basso che ha annullato completamente la crescita degli anni 2000 per attestarsi a quello di quasi trenta anni fa. E’ evidente che, in questo contesto è quasi inevitabile una minima inversione di tendenza. Il fatto che nelle grandi città si stia segnando un leggerissimo aumento delle compravendite (+1,6) rispetto al profondo rosso degli ultimi anni, lascia sperare che anche per quanto riguarda i prezzi sia terminata la stagione della discesa libera.
Quali sarebbero le contromisure necessarie per rilanciare la filiera edilizia?
Prima di tutto una più equa e trasparente tassazione delle case ma, soprattutto, non soggetta alle innumerevoli incognite sugli effettivi pagamenti che si aggiungono e sovrappongono senza alcuna certezza per i piccoli proprietari. Una maggiore facilità per accedere ai mutui, soprattutto per le giovani coppie che hanno già visto una enorme decurtazione del potere di acquisto dei loro stipendi.
Non si può e non si deve continuare con la tassazione per la tassazione soprattutto se questI soldi vengono sperperati per mantenere in piedi le municipalizzate, la partecipate, gli enti, le comunità montane, i municipi di quartiere e le feste paesane. Se le entrate non sono sufficienti perché malamente gestite si privatizzino le “strumentali” come succede nella maggior parte d’Europa e sicuramente i servizi saranno migliori.
Jacopo MARCHESANO