Pos obbligatorio sopra i 30 euro, batosta da 5 miliardi l’anno

L’ora X è, inevitabilmente, arrivata: da oggi scatta infatti l’obbligo per commercianti, artigiani e professionisti di accettare pagamenti con «moneta elettronica» quando l’importo supera i 30 euro, ma saranno pochi quelli che già in giornata saranno pronti. Non sono, però, previste sanzioni per gli inadempienti (!), che saranno forse introdotte in un secondo momento quando magari i costi di gestione saranno resi più abbordabili.

Ma vediamo nel dettaglio i costi: per la Cgia di Mestre con 100mila euro di movimentazione il costo annuo dovrebbe oscillare addirittura da 2.478 a 2.608 euro a seconda delle tecnologie utilizzate (semplice Pos, Pos cordless o Gsm) che al netto delle detrazioni fiscali scenderebbe poi a 1.183-1.240 euro, non proprio un’inezia… Secondo uno studio dei Consulenti del lavoro, inoltre, il canone oscilla dai 10 euro del Pos standard ai 28 del Gsm. Come se non bastasse, per ogni operazione si pagano poi 20 centesimi per la chiamata ad un numero automatico ed una commissione bancaria che in media si aggira sul 2% dell’importo transato.

Confesercenti parla di una «batosta» da 5 miliardi l’anno per le imprese tra costi di esercizio e commissioni, e di novità che «rischia anche di essere inutile» visto che «a grande maggioranza degli italiani (il 69%) non ha intenzione di cambiare le proprie abitudini di pagamento». Inoltre, «così com’è configurato, l’intervento per favorire la moneta elettronica è squilibrato, poiché sposta l’intero onere dell’operazione sugli esercenti, mentre banche, poste e uffici della pubblica amministrazione continuano ad essere restii ad accettare le transazioni elettroniche».

«E’ il solito pasticcio all’italiana, una vera e propria buffonata – attacca il presidente del Codacons, Carlo Rienzi -. Nonostante vi sia un obbligo, lo Stato non è in grado di farlo rispettare visto che non sono previste sanzioni, e i commercianti che da domani non si doteranno di Pos, non rischieranno nulla, e potranno comportarsi come meglio credono».

Jacopo MARCHESANO