Il problema dei ritardi nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione sta diventando sempre più drammatico, tanto che, secondo un’elaborazione dell’Ufficio Studi della Cgia su dati Intrum Justitia relativi a un’indagine effettuata nei primi tre mesi di quest’anno, un’impresa italiana su cinque è stata costretta a licenziare a causa degli effetti negativi dovuti ai ritardi nei pagamenti.
Ha commentato Giuseppe Bortolussi: “Nonostante il dato sia inferiore a quello registrato nei principali paesi Ue è drammatico che in l’Italia, con un tasso di disoccupazione che ormai galoppa verso il 13 per cento, molte aziende siano costrette ad espellere una parte del personale perché non vengono pagate con regolarità”.
Questi dati confermano che gli italiani sono i peggiori pagatori d’Europa.
Qualche esempio? Mediamente la nostra Pubblica amministrazione paga le imprese a 165 giorni (+ 107 giorni rispetto la media europea), nei rapporti commerciali tra imprese ci vogliono 94 giorni affinché il committente saldi il proprio fornitore (+ 47 giorni rispetto la media Ue).
Anche nei rapporti tra privati (cioè cittadini/famiglie) e imprese, la situazione rimane difficile: sono necessari mediamente 75 giorni per essere definitivamente pagati (41 in più della media Ue). In tutti e tre i casi appena descritti, nessun altro Paese d’Europa fa peggio di noi.
Si pensi che nel rapporto tra Pubblica amministrazione e imprese in Bosnia i pagamenti avvengono in 41 giorni, in Serbia in 46 e in Grecia in 155.
Nel confronto tra l’Italia, la Francia, la Germania e la Gran Bretagna, solo da noi si sono allungati i giorni necessari affinché il committente saldi il pagamento al proprio fornitore.
Se tra privati (vale a dire cittadini/famiglie) e le imprese l’aumento è stato di 5 giorni, nelle transazioni commerciali tra imprese è salito di 6.
Drammatica, invece, la situazione nei rapporti tra Pubblica amministrazione e i propri fornitori: i pagamenti si sono allungati di ben 37 giorni, sebbene dal 2011 la nostra Pa ha cominciato a migliorare la sua performance.
Ha aggiunto il segretario della Cgia: “Le lungaggini burocratiche, il cattivo funzionamento degli uffici pubblici, i vincoli economici legati al Patto di stabilità interno, l’abuso di posizione dominante del committente e la mancanza di liquidità sono alcune delle motivazioni che consegnano al nostro Paese la maglia nera nella correttezza dei pagamenti. Nonostante dal 1° gennaio 2013 la legge stabilisca che il Pubblico deve pagare entro 30/60 giorni, mentre i privati tra i 60/90 giorni, queste disposizioni continuano a essere palesemente inapplicate, con ricadute molto pesanti soprattutto per le piccole imprese che dispongono di un potere contrattuale molto limitato”.
Nel biennio 2013-2014 sono stati stanziati 47 miliardi di euro. Ad oggi sono stati pagati circa 23,5 miliardi di euro, mentre il Ministero dell’Economa ha annunciato nei gironi scorsi l’avvio di una procedura di erogazione di un’altra tranche per gli Enti locali pari a 1,8 miliardi.
La Legge di Stabilità 2014 prevede che il Governo Renzi abbia, per l’anno in corso, un intervento da 13 miliardi.
Vera MORETTI