“Per dare sostegno alla filiera automotive – che conta all’incirca 1,2 milioni di addetti sul territorio e rappresenta il 17% del gettito fiscale complessivo, pari al 4,4% del PIL – occorrono politiche industriali adeguate e concentrate su specifiche aree di intervento, in primis supporto all’export e allo sviluppo della ricerca e dell’innovazione di settore”. Non solo microincentivi ecologici, per rilanciare il settore dell’automotive serve ben altro, ne è convinto il Presidente di ANFIA Roberto Vavassori.
Iniziamo dai microincentivi ecologici: tutto secondo previsioni?
I 63,4 milioni di Euro di contributi statali per l’acquisto di veicoli a Basse Emissioni Complessive (BEC) di CO2 non superiori a 120 g/km, messi a disposizione a partire dal 6 maggio scorso, sono dati dalla somma di quanto non speso nel 2013 – quando la notevole quota stanziata per il ricambio del parco delle flotte aziendali prevedeva vincoli così pesanti da lasciarne grossa parte inutilizzata – e del nuovo fondo da 31,3 milioni di Euro stanziati per il 2014 dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE).
Per l’anno corrente, grazie alle azioni congiunte svolte dalle Associazioni di settore, tra cui ANFIA – nell’ambito di un tavolo di monitoraggio sulla misura istituito presso il MISE -, una quota maggiore di fondi è stata destinata all’acquisto di veicoli con emissioni non superiori a 95 g/km di CO2, per i quali non è obbligatoria la rottamazione, aperti a tutte le categorie di acquirenti, inclusi i privati cittadini.
A quanto pare, per la parte destinata ai privati, le prenotazioni dei contributi hanno già portato ad esaurimento i fondi stanziati, mentre l’accesso alla parte destinata alle imprese, rimanendo comunque vincolato alla rottamazione di un veicolo con oltre 10 anni di anzianità, probabilmente, lascerà di nuovo un fondo residuo. Sarebbe stato preferibile utilizzare i 63,4 milioni di Euro per favorire il credito al consumo, generando un effetto positivo e non distorsivo sul mercato.
Non si possono certo definire incoraggianti le cifre che avete recentemente diffuso in merito al mercato e alla produzione di autoveicoli in Italia nel corso del 2013. Pensate che ci sarà inversione di tendenza nel 2014?
Per quanto i dati di mercato relativi al primo quadrimestre 2014 mostrino segnali di ripresa (+5% rispetto allo stesso periodo del 2013), che autorizzano ad un moderato ottimismo e alla previsione di un primo semestre positivo, ad aprile l’incremento delle immatricolazioni (+1,9%) è il più modesto da quando il mercato ha ripreso a crescere, ovvero da dicembre 2013.
Tra gli elementi che concorrono a questo rallentamento, si evidenzia l’effetto trainante, ma per forza di cose temporaneo, sortito, nei mesi scorsi, dal rinnovo delle flotte – in particolare del noleggio, che nel primo trimestre 2014 ha riportato una crescita del 30,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ necessario, quindi, promuovere il consolidamento di una quota di mercato delle flotte in linea con quella degli altri principali Paesi europei.
Per il canale dei privati, la ripresa è più lenta e necessità di una spinta, attraverso la facilitazione dell’accesso al credito per chi è intenzionato ad acquistare un’auto nuova, anche considerando il preoccupante progressivo invecchiamento del parco circolante italiano. Senza alcun tipo di intervento in questa duplice direzione, la seconda metà dell’anno potrebbe riservare sorprese negative.
Riguardo alla produzione nazionale di autoveicoli – dopo un calo complessivo del 2% nel 2013, ma con qualche segnale di ripresa negli ultimi mesi – il primo trimestre 2014 ha visto un rialzo del 3% circa, passando da quasi 175.000 veicoli prodotti nel primo trimestre 2013 ad oltre 180.000. L’aumento della produzione è stato trainato principalmente dalla crescita della produzione di autoveicoli leggeri (autovetture e veicoli commerciali fino a 3,5 t di peso), in crescita del 5% nei primi tre mesi dell’anno, passando dalle 167.000 unità prodotte nel 2013 alle oltre 175.000 del 2014.
Per contro, nello stesso periodo, la produzione di veicoli pesanti ha registrato una caduta verticale, con un calo del 32% circa, dalle 7.500 unità prodotte del primo trimestre del 2013 alle 5.100 del 2014.
L’eventuale inversione di tendenza della produzione nel 2014 sarà legata all’andamento dei principali indicatori macroeconomici e al miglioramento del clima di fiducia di imprese e consumatori. Per quanto concerne il comparto delle autovetture, le eventuali ricadute positive del piano quinquennale FCA arriveranno più avanti, visto che, dei nuovi modelli annunciati, solo uno, la 500X, entrerà in produzione nel 2014, per di più a fine anno.
Che cosa chiede ANFIA al governo per sostenere un settore vitale come il vostro per l’economia italiana?
Dare sostegno alla filiera automotive – che conta all’incirca 1,2 milioni di addetti sul territorio e rappresenta il 17% del gettito fiscale complessivo, pari al 4,4% del PIL – significa, prima di tutto, lavorare sul contesto in cui l’industria opera. Occorrono politiche industriali adeguate e concentrate su specifiche aree di intervento, in primis supporto all’export e allo sviluppo della ricerca e dell’innovazione di settore – attraverso strumenti di sostegno certi e procedure di accesso ai finanziamenti e di pagamento più snelle – e riduzione dei costi dell’energia elettrica.
L’altra condizione importante per garantire un futuro al nostro comparto è il rilancio della produzione di autoveicoli in Italia. Poter contare su volumi di produzione rilevanti a livello nazionale significa dare alle imprese una prospettiva di crescita in termini di innovazione tecnologica e di nuovi investimenti in ricerca e sviluppo, elementi decisivi nella salvaguardia della competitività.
JACOPO MARCHESANO