A pochi giorni dall’apertura della 48esima edizione di Vinitaly, la più grande vetrina planetaria sul vino italiano e mondiale, oggi abbiamo incontrato Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini per il triennio 2013/15. Da quasi 120 anni l’associazione delle imprese del vino italiane tutela gli interessi in sede politica delle oltre 500 aziende aderenti e garantisce lo sviluppo del settore vinicolo in Italia secondo le regole della trasparenza e del libero mercato. A Verona UIV ha in programma lunedì 7 aprile alle 15.30 il convegno dal titolo Successi sui mercati internazionali e barriere all’export: percorsi e prospettive e in mattinata sarà protagonista della tavola rotonda La cantina del ristorante: aspetti commerciali, logistici e finanziari.
Dott. Zonin, inizierà domenica la 48esima edizione di Vinitaly, la più grande vetrina planetaria sul vino. Occhi puntati sull’export…
Le esportazioni sono di fondamentale importanza per il nostro settore. Nel Paese i consumi stanno calando notevolmente rispetto agli scorsi, per questo competere a livello internazionale è diventato vitale. Le aziende comunque devono continuare a investire nel mercato italiano, sarebbe il più grave errore lasciare campo libero ad investitori stranieri nel nostro Paese.
Con la nuova sezione Vinitalybio grande attenzione anche per il biologico…
C’è una richiesta, è innegabile, ma il biologico è per adesso ancora una nicchia di mercato. C’è una richiesta, una sensibilità di mercato che sta crescendo e nel giro di poco sarà inevitabilmente una realtà. I temi della sostenibilità e del bio saranno il futuro del nostro settore.
Nell’era della globalizzazione l’evento fieristico è ancora utile per promuovere il settore?
Decisamente è ancora molto importante. L’andamento delle fiere leader nei loro settori è molto positivo, tutto dipende dall’organizzazione, dalla location e dalle competenze degli organizzatori. Per il nostro Paese è una grande ricchezza avere in casa l’evento di riferimento del vino mondiale.
Jacopo MARCHESANO