Le banche vanno incontro alle imprese?
Nel caso di UniCredit, a quanto pare sì. La dichiarazione di Federico Ghizzoni, amministratore delegato dell’Istituto di credito, ha lasciato intravedere che la sua banca è pronta ad acquistare dalle imprese i crediti nei confronti della pubblica amministrazione: “Abbiamo un plafond di 10 miliardi per queste operazioni ma è stato utilizzato poco perché le pubbliche amministrazioni non certificano i loro debiti. Se con le norme annunciate le certificazioni arriveranno non avremo problemi a rilevare quei crediti“.
Ghizzoni, inoltre, interpellato sulla critica situazione in Russia, Ucraina e Turchia, tutti paesi nei quali UniCredit è presente, si è detto positivo, specificando che: “per l’Ucraina abbiamo già accantonato oltre 600 milioni, la nostra esposizione è limitata allo 0,4 per cento del totale dei crediti del gruppo e stiamo valutando la cessione. La Russia ha contribuito con 500 milioni al risultato di gruppo ed è rilevante anche per l’attività di credito, ma siamo lì da 25 anni e ne abbiamo già viste molte. In Turchia ci sono tensioni politiche e si prevede un rallentamento nella seconda metà dell’anno ma noi stiamo continuando ad investire“.
Il bilancio dell’Istituto di credito per il 2013 si è chiuso in rosso per 14 miliardi, avendo svalutato gli avviamenti e accantonato 13,7 miliardi al fondo rischi su crediti. Questa mossa è stata spiegata dall’AD come la volontà di avviare un nuovo ciclo, e con la consapevolezza che il 2014 sta già producendo nuovi utili, considerando, ad esempio, che i crediti deteriorati sono cresciuti dell’11% rispetto al 20% del sistema nel suo complesso, ma soprattutto che , nell’ultimo trimestre, quella crescita si è ridotta allo 0,2%, e viaggia verso la stabilità.
Per quanto riguarda l’effetto dell’Unione Bancaria sui conti UniCredit, Ghizzoni ha dichiarato: “E’ difficile valutare, sappiamo che nel 2012 la crisi del mercato interbancario ha determinato per noi maggiori costi lordi per 250 milioni di euro. Ma quello che ci aspettiamo dall’Unione Bancaria più che l’aumento dei margini è una migliore circolazione della liquidità, che dovrebbe rendere più omogenei i tassi dell’area a livelli più bassi con un miglioramento delle condizioni per le imprese italiane”.
Vera MORETTI