Niente benefici a chi assume licenziati da studi professionali

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Una doccia fredda è arrivata ai datori di lavoro da parte di una comunicazione Inps che si rifà alla legge 223/1991.
Di cosa si tratta?
Ebbene, i datori di lavoro che assumono soggetti licenziati da studi professionali non hanno diritto ad alcun sgravio contributivo.

L’applicazione degli incentivi all’assunzione previsti dalla legge 223/1991 è subordinata alla qualità di imprenditore del datore di lavoro che effettua il licenziamento ed è quindi esclusa nel caso in cui tale condizione non sussista.

I consulenti del lavoro hanno subito definito illegittima la posizione assunta da Inps in merito, ed hanno osservato che: “il primo problema che si presenta per un datore di lavoro, sarà quello di dover controllare, per ogni assunzione che intende avviare con soggetti iscritti alle liste di mobilità, se il lavoratore esce da uno studio professionale o meno. Questo al fine di non applicare sgravi indebiti”.

Confprofessioni è stata particolarmente dura nei confronti di questo provvedimento, come ha dichiarato Gaetano Stella, presidente della Confederazione: “Si tratta di una decisione assolutamente iniqua per un settore che, con tutta probabilità, subirà una integrale esclusione dal sistema degli ammortizzatori sociali. Ancor più assurdo, poi, il fatto che l’Inps intervenga autonomamente disconoscendo quanto già affermato e disposto in precedenza dal Ministero del Lavoro. In un momento particolare in cui il nuovo Governo sembra fare della semplificazione normativa e amministrativa un tema centrale del suo programma, è paradossale che non vengano rispettati i corretti livelli decisionali, generando confusione negli operatori del mercato del lavoro”.

Vera MORETTI