In questa nostra settimana dedicata ad analizzare il nuovo governo guidato dal segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, abbiamo chiesto il parere di Vittorio Coda Presidente della SDA Bocconi e Professore Ordinario di Strategia e politica aziendale, protagonista in questi giorni del ciclo d’incontri Ricostruire il Paese: dipende da noi.
Ci può raccontare in breve l’esperienza del ciclo d’incontri “Ricostruire il Paese: dipende da noi”.
E’ una esperienza che nasce dal desiderio di fare qualcosa per il nostro Paese e vede coinvolte persone le più diverse – per età, ceto sociale, credenze religiose, idee politiche ecc. – accomunate da questo stesso desiderio. Il percorso proposto dal ciclo di incontri è un cammino che si snoda attraverso cinque tappe intese a renderci attivi cercando di capire come stanno effettivamente le cose, in particolare che ‘le casse’ dello stato sono vuote e perché; recuperando fiducia in noi stessi; cambiando cominciando da noi stessi, perché, come insegna il card. Martini, verità, giustizia, libertà, solidarietà, relazioni più umane, devono costruirsi anzitutto dentro di noi; adoperandoci per fare meglio e di più ovunque (in famiglia, nel lavoro, nei rapporti con la pubblica amministrazione e così via); operando per convertire il disagio sociale in forza trainante i cambiamenti di cui il Paese ha necessità.
Quali sono gli ingredienti necessari per la ricostruzione del nostro Paese?
La ricostruzione richiede anzitutto una grande opera di verità (chiarezza sui conti pubblici, un ‘mea culpa’ collettivo, un ‘basta’ al rigore dei conti pubblici perseguito aumentando le tasse e tagliando gli investimenti per inseguire la crescita della spesa corrente, un ‘sì’ al rigore da tagli e da riqualificazione della spesa corrente da coniugare con obiettivi di sviluppo). Richiede poi una strategia del cambiamento economico-sociale volta a promuovere una unione di tutti gli uomini di buona volontà e a mobilitarli lungo tre linee di azione: processi di rinnovamento dall’alto; processi di rinnovamento dal basso (come ad esempio quello realizzato da don Loffredo nel Rione Sanità di Napoli o quello intrapreso da Assolombarda con la presidenza Rocca); attivazione di un ‘controllo sociale’ che produca una forte disapprovazione di chi è guidato da logiche politico-clientelari, rimane arroccato in posizioni di difesa dello status quo, complica la vita a imprese, imprenditori e cittadini e, all’opposto, circondi di forte approvazione che esprime comportamenti corretti, trasparenti, efficienti.
Il nuovo esecutivo guidato da Matteo Renzi riuscirà nell’impresa di ricostruire?
Può farcela se impara ogni giorno un po’ di umiltà, fa la sua parte (che è molto importante) nella grande operazione verità sopra accennata, attiva passo dopo passo, con oculatezza, pazienza e tenacia, i necessari processi di rinnovamento dall’alto (guardandosi dal fare promesse irrealistiche), sollecita e promuove iniziative di rinnovamento dal basso.
Qual è il ruolo delle piccole e medie imprese nella ricostruzione?
Le PMI sono magna pars del tessuto economico e sociale del nostro Paese. Hanno un ruolo di primissimo piano che si realizza nella misura in cui sono o si mettono nelle condizioni (prima di tutto di tranquillità d’animo, di fiducia, di voglia di intraprendere) per esplicare la loro creatività imprenditoriale a tutto campo e produrre le necessarie innovazioni, strategiche ed operative, radicali e incrementali, facendo rete fra di loro, proiettandosi sui mercati esteri, sfruttando le potenzialità tecnologiche.
Jacopo MARCHESANO