Come ogni capodanno, inevitabili e puntuali sono arrivati anche i rincari più odiosi. L’aumento più considerevole, a livello nazionale l’asticella si ferma attorno al +3,9, sono le tariffe delle autostrade con punte addirittura superiori all’8%. Ma un’impresa sarà soprattutto arrivarci al casello: sempre da ieri è scattato pure l’aumento delle accise sui carburanti, +0,4 centesimi ogni litro, per finanziare, dicono, il cinema. Un caso limite è quello della tratta Padova-Venezia, dove si passa dai 95 centesimi dei giorni scorsi agli odierni 3 euro che assorbono anche gli investimenti per la realizzazione del Passante di Mestre. «Siamo riusciti a contenere gli aumenti delle tariffe autostradali grazie a un’azione di calmieraggio svolta del Ministero: a fronte di richieste che per alcune tratte arrivavano al 18%, l’incremento si è fermato a una media del 3,9 per cento» ha affermato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, «abbiamo già previsto incontri con Aiscat, l’associazione delle concessionarie, con cui avviare un dialogo per verificare strade nuove e consensuali rispetto agli attuali automatismi di adeguamento delle tariffe».
Se, incredibilmente, sono rimaste al palo le tariffe delle Poste e del canone Rai, sono aumentate l’energia elettrica (+0,7%) e, per effetto della manovra Iva, pure caffè, bibite e snack distribuiti dalle macchinette automatiche, con rialzi di 5-10 centesimi. Aumentano anche le accise sulle sigarette, più 0,7%, senza dimenticare il rincaro dei contributi Inps destinati al fondo di solidarietà che finanzia la cassa integrazione: le imprese con più di 15 dipendenti non incluse nella legge sulla cig devono versare uno 0,5% delle retribuzioni totali, per due terzi a carico del datore di lavoro e per il rimanete terzo a carico del dipendente.
A conti fatti, una stangata che dovrebbe sfiorare i 1400 euro a famiglia. Buon anno!
Jacopo MARCHESANO