Guerra: “Il turismo è ad un passo dal tracollo, ma la politica non ne è al corrente…”

Non ci sono soldi. Come una filastrocca senza soluzione di continuità, ormai ci siamo abituati sentirla in svariate occasioni. Ma c’è un settore in particolare che da anni è in ginocchio e non sembra in procinto di rialzarsi: il turismo. Per fare il punto della questione, abbiamo incontrato il presidente di Assoviaggi Confesercenti, Amalio Guerra, al quale abbiamo chiesto delucidazioni in merito. Già dai comunicati pochi giorni prima delle feste, ne usciva una situazioni ai limiti della sopravvivenza: -33% delle prenotazioni e -20% della disponibilità di spesa per i viaggiatori.

Presidente Guerra, è già possibile un primo bilancio per quanto riguarda il turismo durante le festività appena trascorse?
La flessione rispetto agli anni scorsi è evidente e tangibile, ed è determinata principalmente dall’odierna situazione di incertezza economica e, ovviamente, dalla mancanza di disponibilità economica per una spesa non di prima necessità. Se il 2012 è stato un anno da dimenticare per la crisi del turismo, per le agenzie di viaggio e per i tour operator, il 2013 non ha portato alcun segnale di ripresa. E per il 2014 le previsioni non sono migliori…

Perché il brand Italia continua a perdere posizioni nel quadro del turismo internazionale? “La grande bellezza” italiana inizia a perdere un po’ del suo fascino?
Siamo un paese che non riesce a modernizzarsi. Prendiamo l’esempio del WI-FI: non riusciamo a garantire un accesso gratuito, questo è anche uno dei motivi per cui lo straniero non ha un interlocutore di riferimento per le proprie prenotazioni tramite la rete, come succede in tutti i paesi del mondo. Anche da un punto di vista infrastrutturale il nostro Paese è, a voler usare un eufemismo, carente. Quando arriva in Italia, lo straniero è preda di un sistema confuso e mal organizzato di difficile interpretazione. Poi è chiaro che il turista che vuole fortemente visitare l’Italia viene a prescindere, ma una gran parte ne perdiamo per questi motivi, giusto per citare quelli più banali. Senza dimenticare poi che non siamo un Paese nemmeno così a buon mercato…

In una recente intervista, dichiarava come il settore del turismo italiano fosse «ad un passo dal tracollo»…
Purtroppo si. E la ragione principale è l’impossibilità di accedere al credito. Siamo in una morsa fiscale e non ne veniamo fuori, ma il guaio più grosso è che non c’è  interlocuzione con la politica. Non basta una semplice attività di promozione per il turismo, servono fatti concreti, ma purtroppo nelle istituzioni perdura l’ignoranza  e l’incapacità dell’operare nel settore turistico. Alle imprese italiane al giorno d’oggi è chiesto solo di pagare e all’orizzonte non si scorge il benché minimo investimento per il futuro.

Jacopo MARCHESANO