L’albero, il presepe, lo scambio dei doni, ma soprattutto il panettone: uno dei simboli principali del Natale è senza dubbio il tipico dolce d’origine lombarda. Secondo l’indagine condotta dalla Camera di commercio di Milano, i milanesi spenderanno circa 20 milioni di euro per comprare l’immancabile dessert del pranzo natalizio. Ma la dolcezza e la morbidezza del panettone non sono relegate soltanto in terra lombarda: i romani spenderanno addirittura 30 milioni pur di non fare a meno del dolce che Pietro Verri faceva risalire al IX secolo e i napoletani altri 8.
Secondo previsioni saranno più di 100 milioni i panettoni prodotti in Italia per un giro d’affari che dovrebbe attestarsi intorno ai 600 milioni di euro.
I panettoni sono realizzati attraverso un meticoloso sistema quasi artigianale (la bellezza di sette lunghe ore per preparare l’impasto, 12 per la lievitazione naturale, ovvio, e altre sei per la cottura in forno e il successivo raffreddamento) e con ingredienti di pregio previsti da una normativa (farina, burro, uvetta, uova fresche e canditi). Esiste addirittura un decreto legge del 22.7.2005 che definisce: la ricetta, il metodo di produzione, le caratteristiche e le diciture in etichetta. Insomma, nulla è lasciato al caso…
Ma il panatton lombardo nel corso degli anni ha conquista anche i mercati stranieri: più della metà delle citazioni online nel mondo vengono infatti non dall’Italia ma dall’estero (ben il 52,8%). Primo dolce di Natale internazionale al taglio, supera con 16mila commenti il Pudding inglese, una sorta di budino dolcissimo, e il tedesco Stollen con circa 10mila citazioni, superato solo dai colorati Candy canes.
Jacopo MARCHESANO