I cittadini che hanno deciso di mettere i propri risparmi in un conto deposito, con tutti gli sforzi che ciò comporta, stanno per ricevere una “mazzata”.
Il 2014, infatti, ha in serbo una mini patrimoniale che andrà a colpire soprattutto i conti deposito, già sofferenti a causa di una marcata contrazione dei rendimenti.
Dopo il via libera del Senato, infatti, si attende l’assenso da parte della Camera, ma sembra si tratti di una mera formalità.
Dall’1 gennaio, dunque, scatterà un aumento del 33% dell’imposta di bollo sui conti deposito e, più in generale, sugli strumenti finanziari.
Considerando la nuova stangata, la banca avrà il diritto di cambiare i contratti, comunicando però al cliente la proposta unilaterale di modifica.
A quel punto però il cliente, entro 60 giorni dalla ricezione di tale comunicazione, potrà decidere se recedere dal contratto senza penalità e senza spese di chiusura ottenendo, in sede di liquidazione del rapporto, l’applicazione delle condizioni precedentemente praticate.
Secondo l’articolo 118 del Testo Unico Bancario, “qualunque modifica unilaterale delle condizioni contrattuali deve essere comunicata espressamente al cliente secondo modalità contenenti in modo evidenziato la formula ‘Proposta di modifica unilaterale del contratto’, con preavviso minimo di due mesi, in forma scritta o mediante altro supporto durevole preventivamente accettato dal cliente. La modifica si intende approvata ove il cliente non receda, senza spese, dal contratto entro la data prevista per la sua applicazione. In tale caso, in sede di liquidazione del rapporto, il cliente ha diritto all’applicazione delle condizioni precedentemente praticate”.
Vera MORETTI