di Davide PASSONI
Siamo veramente il Paese di Pulcinella. Neanche sulla tanto contestata Imu il governo è riuscito a dare una risposta chiara e definitiva. Va bene che in Italia ammazza quasi di più l’incertezza fiscale che il fisco stesso, ma con l’imposta sulla prima casa il governo ha sfiorato ancora di più il ridicolo.
Dopo la pubblicazione dei decreti sulla Gazzetta Ufficiale è infatti ancora più chiaro il caos che regna in materia. Prima la parte della seconda rata a carico dei cittadini, adesso la clausola di salvaguardia posta a garanzia dell’incasso, per cancellare la prima rata. Una mossa che prevedeva che il gettito in sarebbe arrivato dalla sanatoria sui giochi on line (600 milioni) e dalla maggiore Iva incassata dopo l’accelerazione dei pagamenti dei debiti della PA. (925 milioni). Ma, almeno per i giochi, non sarebbe andata come il ministro Saccomanni sperava, avendo incassato poco più della metà di quanto previsto; in sostanza, mancano i soldi: scattano quindi gli aumenti degli acconti Ires-Irap (per le aziende) e delle accise (gas, energia, alcolici ma non benzina, almeno per ora…).
Insomma, buio totale. Ecco perché questa settimana noi di INFOIVA cercheremo di capirne di più. Perché se, come detto all’inizio, l’incertezza fiscale è, sia per le imprese sia per i cittadini, quasi più dannosa della marea di tasse stessa, non possiamo arrenderci al fatto di essere trattati come sudditi. Il nostro compito è quello di mantenere alta l’attenzione: sudditi sì (purtroppo), scemi no.