«In Cdm abbiamo appena abolito il finanziamento pubblico ai partiti. Per decreto. Impegno mantenuto!» ha annunciato con un tweet ieri mattina il vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Angelino Alfano, poco il cinguettio del premier Enrico Letta: «Avevo promesso ad aprile abolizione finanziamento pubblico ai partiti entro l’anno.L’ho confermato mercoledì.Ora in cdm manteniamo la promessa». Sarà l’effetto Renzi, sarà la ritrovata vivacità per la nuova maggioranza, comunque la riforma, che nel 2014 prevede una riduzione del finanziamento pubblico del 25%, nel 2015 del 50% e nel 2016 del 75%, andrà a regime dal 2017 quando il sistema attuale sarà abolito in toto e sostituito dalle donazioni volontarie del 2 per mile dei cittadini.
Durante la successiva conferenza stampa Letta rivendica l’accelerazione sull’argomento: «Quando il governo è nato tra le priorità aveva l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti con una riforma e un nuovo sistema basato sulla volontarietà dei cittadini e indicammo entro fine anno il termine perché la riforma ha una fase transitoria e scavallando l’anno ci sarebbe stato un rinvio». Il decreto «introduce, inoltre, l’obbligo della certificazione esterna dei bilanci dei partiti politici» ha precisato il premier.
Immediata la reazione polemica alla notizia del leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo: «Basta con le chiacchere Enrico Letta. Restituisci ora 45 mln di euro di rimborsi elettorali del Pd a iniziare da quelli di luglio».
Mercoledì partirà in Senato l’iter del dl sul finanziamento pubblico, fa sapere il senatore del Pd Luciano Pizzetti, componente dell’Ufficio di Presidenza del Senato e relatore del ddl in materia. Il Parlamento ha come al solito 60 giorni per convertire in legge il decreto.
Jacopo MARCHESANO