In questa nostra settimana dedicata al settore vitivinicolo, uno dei pochi ambiti (almeno per quanto riguarda l’export) che sembra non risentire della crisi economica globale, abbiamo incontrato il direttore generale di Assoenologi Giuseppe Martelli, per confrontarci sullo stato di salute delle imprese italiane impegnate nel settore.
Direttore Martelli, in un periodo storico drammatico come questo, il settore vitivinicolo vive tra luce ed ombre, ottimi risultati per quanto riguarda l’export, con percentuali di crescita stimate intorno al 6/7% e pesanti perdite per quanto riguarda il mercato interno…
Il vino rappresenta un punto di riferimento per le nostre esportazioni all’estero, nei più strategici mercati esteri le esportazioni del nostro vino rappresentano più del 25% delle esportazioni dell’agroalimentare italiano. La situazione è decisamente meno rosea per quanto riguarda il mercato italiano, dove il consumo pro capite di vino è in netta decrescita, come per altro negli altri paesi produttori come Francia e Spagna. Le ragioni di questa importante decrescita sono soprattutto di matrice culturale, prima il vino era un prodotto tradizionale presente su tutte le nostre tavole, invece, oggi, per cambiamenti di abitudini alimentari, il consumo è calato notevolmente.
Le piccole e medie imprese impiegate nel settore vitivinicolo sono molte, qual è il loro stato di salute?
Oggi per poter sopravvivere un’impresa nel nostro settore deve soprattutto sobbarcarsi il peso delle vendite all’estero, non potendo fare affidamento sul mercato interno, quindi per le più piccole aziende, impossibilitate a sostenere investimenti importanti, la strada è incredibilmente in salita avendo speso risorse in un mercato che oggi non è più ricettivo. Le aziende che hanno investito in tempi non sospetti nel mercato estero, oggi, invece, traggono notevoli benefici.
Sono già possibili le prime previsioni, ora che siamo ancora al 70-80%, per quanto riguarda la vendemmia di quest’anno?
È stata una vendemmia molto positiva per i vini bianchi, meno buona per i vini rossi, soprattutto per un andamento climatico che ha permesso un maggiore raccolto di alcune tipologie rispetto ad altre. Nelle prossime quattro settimane avremo riscontri definitivi.
Jacopo MARCHESANO