Piano piano (fin troppo…) l’innovazione tecnologica sta penetrando nella società e nell’industria anche nel nostro Paese, trasformando i soliti modelli di consumo e di business, ma su basi ancora troppo limitate e a ritmi incredibilmente lenti, che impediscono di raggiungere quel livello elevato di pervasività che in altri paesi, non solo europei, costituisce la principale chiave della ripresa economica.Come se non bastasse, nel primo semestre del 2013 si è aggravato il trend al ribasso del comparto Ict, con un brusco calo del giro d’affari del 4,3%.
Alla discesa marcata dei servizi di rete delle tlc, -9,2%, dovuta al costante e imperterrito crollo delle tariffe, si affianca una naturale flessione della componente dispositivi, sw e servizi più ridotta, pari al -1,5%. D’altra parte, si rileva una crescita del 4,9% della pubblicità on line.
Dovrebbe essere il traino della ripresa, ma, come dimostra lo studio realizzato dalla NetConsulting, nemmeno l’hi-tech sembrerebbe resiste alla recessione. Persino le nuove tecnologie si piegano inermi alla crisi economica, mostrando percentuali sempre più in discesa e senza mostrare alcun segnale di inversione di tendenza, come sottolinea anche il presidente di Assinform Elio Catania.
Jacopo MARCHESANO