Sono giorni convulsi a Palazzo Chigi, quelli al rientro dalle vacanze estive. Dopo aver approvato il decreto legge sull’Imu, firmato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sabato mattina, il governo presieduto da Enrico Letta starebbe pensando a nuovi provvedimenti per risanare le piccole e medie imprese. In queste ore, tuttavia, è ancora il decreto n. 102 «Disposizioni urgenti in materia di Imu, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle politiche abitative e di finanza locale, nonchè di Cig e di trattamenti pensionistici» ha dominare la discussione. Proprio in merito al provvedimento, tempestivamente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, abbiamo chiesto il parere a Carlo Stagnaro, Direttore Ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni.
Dott. Stagnaro quali sono le sue prime impressioni relative ai recenti provvedimenti adottati dal governo in materia economica?
Credo che gli ultimi provvedimenti siano stati abbastanza deboli, per usare un eufemismo. Non risolvono i grandi problemi delle aziende italiane, che rimangono la tassazione sul reddito d’impresa, la tassazione del lavoro e il malfunzionamento della giustizia civile. Il governo su tutti e tre i fronti per adesso non ha dato segni di vita, la sensazione è che per ragioni essenzialmente politiche non sia in grado di tagliare la spesa pubblica, senza scontentare nessuno.
Nel decreto è contenuta una clausula che farebbe aumentare accise e acconti IRES E IRAP nel caso in cui non dovessero rientrare i fondi, pari a circa 1,5 miliari di euro, previsti dall’aumento dell’IVA.
Il punto è chiaro: le tasse o si tagliano o si mantengono. Se non si tagliano, ma vengono ridistribuite internamente i rischi aumentano, perché per quel che riguarda la tassazione sul reddito d’impresa e la tassazione sul lavoro siamo ben oltre i livelli di guardia. Ormai siamo arrivati a un livello di pressione inaccettabile, che in alcuni casi finisce per tradursi in un drastico calo dei consumi e paradossalmente quindi in un minore gettito fiscale.
Quali sono, secondo lei, gli ingredienti indispensabili per uscire da questa particolarissima congiuntura economica?
Senza dubbio la riduzione della spesa, che possa permettere anche un conseguente taglio delle tasse, la riforma per una maggiore concorrenza fra le imprese e le riforme per rendere più efficace ed efficiente la pubblica amministrazione.
Jacopo Marchesano