La CGIA ha misurato i vantaggi economici che le famiglie italiane trarranno dall’abolizione dell’Imu sulla prima casa decisa ieri dal Governo Letta, e dalle rilevazioni emerge che a giovare maggiormente di questa decisione sono le famiglie laziali, seguite da quelle liguri e piemontesi.
Una speciale classifica che mette in luce come i cittadini della regione Lazio, che lo scorso anno hanno versato nelle casse dei comuni ben 753,2 milioni di euro, eliminata l’imposta si calcola risparmieranno all’anno 540 euro circa a famiglia. Gli abitanti della Ligura invece non saranno più costretti a versarne 259, cifra che nel 2012 ha costituito un gettito complessivo di 170,1 milioni.
Al terzo posto troviamo i cittadini piemontesi, anch’essi beneficeranno notevolmente dall’abolizione dell’Imu, risparmiando all’anno sarà di 274 euro. La CGIA, ha inoltre sollevato una questione che si è sollevata in questi giorni:
“Aver tolto l’Imu sulla prima casa è un segnale di grande sensibilità nei confronti delle famiglie. Tuttavia – ha fatto sapere in una nota il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – c’è il pericolo di veder ritoccate all’insù le aliquote sulle attività produttive. Dato che il gettito della prima casa finisce interamente nelle casse dei Comuni, c’è la possibilità, a fronte di questa mancata entrata e di un eventuale ritardo nell’applicazione delle misure compensative, che molti Sindaci si affrettino ad aumentare le aliquote sui beni strumentali per far cassa. Uno scenario che dobbiamo assolutamente scongiurare”
La stessa CGIA ha poi evidenziato che sebbene l’abolizione della tassa sulla prima casa avrà benefici concreti sulle tasche delle famiglie e delle imprese italiane, è necessario che il governo intervenga anche su altri fronti.
Come su quello dell’Iva, l’associazione di Mestre infatti ribadisce l’importanza di impedire che si verifichi un aumento dell’Iva.
“Dopo l’abolizione dell’Imu sulla prima casa – ha continuato Bertolussi – bisogna assolutamente evitare l’incremento dell’aliquota ordinaria dell’Iva. Questa crisi è in gran parte condizionata dal forte calo registrato in questi ultimi anni dalla domanda interna. Se non verrà scongiurato l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto daremo un ulteriore colpo ai consumi interni penalizzando soprattutto le famiglie meno abbienti e le attività economiche che operano sul mercato interno“.
Francesca RIGGIO