L’ora ormai è giunta. Terminato il lungo periodo di rodaggio, nei prossimi giorni il tanto temuto Redditometro entrerà in vigore a pieno regime. Come da accordi, gli accertamenti con il nuovo strumento non saranno per nulla di massa: solo i conti di 35mila contribuenti saranno passati sotto la lente d’ingrandimento. Per chiarire la situazione in merito, abbiamo ascoltato l’opinione del Presidente dell‘Istituto nazionale tributaristi, Riccardo Alemanno.
Dott. Alemanno quali sono le sue impressioni riguardo lo strumento di accertamento sintetico del reddito, meglio conosciuto come Redditometro?
In linea di massima il controllo sulla capacità reddituale, la capacità di spesa collegata al reddito, è un controllo che segue una certa logica di buon senso, l’importante è che questo buon senso venga utilizzato nella fase di contraddittorio tra contribuente e amministrazione finanziaria, quindi Agenzia delle Entrate. Solo dopo i primi mesi di contraddittori potremmo trarre delle conclusioni più o meno definitive sullo strumento.
Non creerà disguidi ai contribuenti la decorrenza a partire dall’anno fiscale 2009?
Sicuramente ci saranno delle difficoltà per la decorrenza dall’anno d’imposta 2009, soprattutto si potrebbero creare problemi nel reperire giustificativi di spesa laddove l’amministrazione finanziaria ne chiedesse conto. Ciò che mi rassicura per quanto riguarda il Redditometro sono le due fasi di controllo: una prima collegata a quelle spese e a quegli investimenti già noti al fisco attraverso la dichiarazione dei redditi, che rappresenterebbe una prima scrematura di soggetti, e una seconda successivamente con un’analisi più attenta delle voci di spesa solo se ci fossero state delle irregolarità tra capacità economica e capacità di spesa nella prima fase.
In una recente intervista dichiara che “se il Redditometro serve a colpire chi possiede beni di lusso ed ha un alto tenore di vita ma dichiara redditi bassi, senza fornirne giustificazione, ben venga; se invece si tramuterà in una sorta di controllo della vita delle persone e delle famiglie, allora vorrebbe dire che se ne è sbagliato l’uso”. Secondo lei verso quale soluzione si sta viaggiando?
Se il primo passo è quello di controllare le informazioni incrociate che derivano dalle dichiarazioni dei redditi e dalle comunicazioni dei gestori degli istituti di credito senza burocratizzare troppo la vita delle famiglie, credo si stia andando nella direzione giusta. Ogni strumento che possa fare emergere imponibile sottratto a tassazione è da accogliere positivamente, quindi anche la nuova versione del cosiddetto Redditometro può essere estremamente utile nella lotta all’evasione fiscale. Ma ne riparleremo tra qualche mese…
Jacopo MARCHESANO