Il decreto legge sui cosiddetti ecobonus del 4 giugno scorso è diventato legge lo scorso 4 agosto. La detrazione Irpef è del 50% sulla spesa effettuata, da luglio in poi, da spalmare in 10 anni e con un importo massimo di 10 mila euro. I beneficiari del bonus sono elencati nel Testo unico dell’edilizia: dalla manutenzione straordinaria al restauro e risanamento conservativo, dalla ristrutturazione edilizia all’installazione di pannelli fotovoltaici, dagli interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato da calamità agli interventi di bonifica anti-amianto, dall’eliminazione delle barriere architettoniche alla realizzazione di autorimesse o posti auto pertinenziali fino alla prevenzione di furti e atti di vandalismo. Per chiedere il bonus, basta anche solo fare piccoli lavori, come sostituire il tubo del gas o la serratura della porta di casa, o installare un antifurto, una porta blindata, un corrimano, un vetro antinfortunio
Come chiarisce l’Agenzia delle entrate per il saldo: i contribuenti devono pagare con bonifico bancario o postale sul modulo già prestampato per la ristrutturazione edilizia e devono indicare il codice fiscale di chi paga e poi usufruirà delle detrazioni. Si può anche pagare a rate, utilizzando una finanziaria. Purché l’ordinante sia la stessa persona a cui sono intestate le fatture che attestano l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione. Se i lavori sono eseguiti su immobili in comproprietà, il bonifico deve riportare i dati, cioè nome, cognome e codice fiscale, di tutti i proprietari. Indispensabile anche il numero di partita Iva, ovvero il codice fiscale, del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato. Le ricevute dei pagamenti andranno conservate e presentate l’anno prossimo al commercialista.