La crisi si sa innesca un effetto a catena, per cui se durante le vacanza la maggioranza degli italiani, per salvaguardare il portafoglio, sceglie di non andare in ristoranti e agriturismi, ecco che quest’ultimi ne risentono profondamente e sprofondano in un buco nero.
In Italia anche quest’anno la crisi si fa sentire e durante la stagione estiva gli effetti sono ben evidenti, a partire dal settore della ristorazione turistica che a fatica reagisce al calo di clientela. Secondo i dati della Coldiretti infatti solo il 64% di italiani ha scelto di andare in ferie e questo dato – per l’effetto catena di cui sopra – ha causato la perdita di ben 25mila posti di lavoro. A farne le spese non solo i proprietari di ristoranti e bar ma anche i giovani che in queste attività trovano opportunità di guadagno, grazie ai cosidetti lavoretti stagionali.
Molti giovani infatti che durante i mesi estivi affollano mete turistiche vestendo i panni di cameriere, barista, hanno visto sfumare la loro possibilità di lavoro.
Un dato impressionante è la cifra spesa dagli italiani e dagli stranieri per mangiare, sono circa 19,3 i miliardi spesi nella ristorazione e ben 10,1 miliardi quelli mossi dal giro d’affari dei negozi e supermercati. Queste evidenze dimostrano che la sorte di buona parte dell’economia nostrana è strettamente legata a quello che mangiamo e portiamo sulla nostra tavola.
Se dunque gli italiani decidono di risparmiare anche sul fattore cibo, a farne le spese sono anche molti altri settori della nostra economia.
Francesca RIGGIO