Confartigianato: servono riforme o Tares alle stelle

tasseLa Confartigianato parla chiaro e avverte: senza riforme,  nel 2013 l’Imu sugli immobili produttivi aumenterà dell’8,3%. E’ questo lo scenario più che realistico – ma speriamo poco probabile – delineato da uno studio promosso dall’associazione di categoria che mette al centro dell’attenzione Imu e Tares.

Quest’ultima imposta  promette una morsa non indifferente sulle famiglie italiane e sulle imprese e  prevede un ulteriore rincaro del 17,6%, di fatto un aumento medio di 26 euro per ogni abitante. Negli ultimi dieci anni la tassa sui rifiuti e lievitata del 56%. A farne maggiormente le spese al di là delle famiglie sono certamente quelle aziende o attività come pizzerie, il cui rincaro sarebbe +301,1% o come le pasticcerie che invece dovrebbero versare il 181,7% in più. Aumenti consistenti che rappresenterebbero una stangata non indifferenze.

E la crescita non riguarda solo la Tares ma anche l’Imu, imposta che in assenza di riforme significative, da gennaio 2013 aumenterà da 60 a 65 il moltiplicatore da applicare alle rendite catastali  automatico. A fronte di questo inquietante scenario gli artigiani chiedono a gran voce una modifica che interessi entrambe le imposte.

Così ha commentato il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti: “Gli imprenditori  non possono sopportare ulteriori aumenti di pressione fiscale, ne’ l’incertezza su tempi e modalità di applicazione dei tributi. Per quanto riguarda l’Imu non è giusto che gli immobili produttivi siano trattati alla stregua delle seconde case: i nostri laboratori vanno esentati dall’imposta perché sono la nostra prima casa. In definitiva, su Imu e Tares vanno trovate soluzioni che, oltre ad evitare l’inasprimento della tassazione, siano capaci di garantire la semplificazione impositiva e amministrativa”.

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