I Giudici della Corte di Cassazione si sono riuniti oggi dalle 12.30 in camera di consiglio per emettere l’atteso verdetto, e finalmente è arrivata la sentenza definitiva alle 19.45. Confermata la condanna a 4 anni, ma annullata con rinvio l’interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi nell’ambito del processo Mediaset.
Dieci anni di scontri giuridici e politici, al centro l’intricata vicenda Mediaset e il Cav, condannato in appello a 4 anni di reclusione per frode fiscale e a 5 di interdizione dai pubblici uffici ha visto la propria condanna confermata dalla Cassazione, con la soluzione “democristiana” per l’incandidabilità. Berlusconi rimane comunque senatore e quindi libero.
Ora la sentenza relativamente all’interdizione dai pubblici uffici tornerà a una diversa sezione della corte d’appello di Milano ma solo per la rideterminazione della pena accessoria, non per la condanna.
Mercoledì la difesa di Silvio Berlusconi, l’avvocato Niccolò Ghedini e il professor Franco Coppi avevano chiesto l’assoluzione per l’ex premier sostenendo l’inesistenza del reato: “Nessuna prova è stata raccolta su ingerenze di Berlusconi nella gestione di Mediaset dal 1995 ad oggi” aveva chiosato Coppi. Alle sue parole hanno fatto eco quelle dell’avvocato Ghedini: “Manca nel tessuto della sentenza un elemento probatorio che Berlusconi possa aver partecipato al reato proprio“.
Martedì invece era toccato all’accusa. Il procuratore Antonio Mura definiva il Cav “l’ideatore del meccanismo delle frodi fiscali“, sostenendo che le sentenze dei gradi precedenti avessero “una coerenza logica nella valutazione probatoria” e pertanto chiedeva il rigetto dei ricorsi della difesa.
Francesca RIGGIO