Un’analisi di Confcommercio realizzata in collaborazione con il CER, Centro Europa Ricerche, ha fatto emergere l’ennesima brutta notizia per l’Italia e le sue Pubbliche Amministrazioni.
Sembra, infatti, che negli ultimi 20 anni la spesa delle amministrazioni centrali, ovvero di Stato ed altri Enti istituzionali, sia aumentata del 53%.
Ma non è tutto, e non è il peggio, poiché la spesa di Regioni, Province e Comuni è salita del 126% e quella degli enti previdenziali del 127%: ciò significa, in parole povere, e mai aggettivo è stato più azzeccato, che la spesa pubblica complessiva è raddoppiata.
Per tamponare, dunque, i danni relativi a questa situazione, e rientrare nei costi, si è assistito ad una esplosione del gettito derivante dalle imposte (dirette e indirette) a livello locale con un aumento del 500% a cui si è associato il sostanziale raddoppio a livello centrale.
Nell’ultimo decennio, inoltre, è quasi triplicata l’incidenza delle addizionali regionali e comunali sull’Irpef, mentre esiste una profonda spaccatura tra le singole Regioni in base all’incidenza dalla tassazione locale: l’aliquota Irap per un’impresa della Campania è quasi il doppio di quella che deve pagare un’impresa di Bolzano.
Uno degli obiettivi principali del federalismo fiscale, cioè quello di mantenere inalterata la pressione fiscale a carico dei contribuenti, non è stato centrato, anzi: diventa sempre più urgente, e necessario, un maggiore coordinamento fra le politiche tributarie attuate ai diversi livelli di governo.
Vera MORETTI