La prima rata dell’Imu, prevista per giugno, è stata rimandata e, in attesa di sapere quale sorte toccherà a questa tassa tanto odiata, i Comuni che hanno bisogno di “fare cassa” hanno deciso di “gonfiare” al massimo le aliquote comunali su seconde case ed immobili d’impresa.
A peggiorare le cose, anche la Riforma del Catasto che, portando i valori degli immobili più vicini a quelli di mercato (+60%), avrà ulteriori riflessi sull’imponibile Imu, sempre che venga approvato lo schema alle Camere.
Ovviamente, trattandosi di una tassa comunale, varia a seconda del luogo di residenza. Vediamo dove l’Imu pesa di più:
- Genova: prima casa al 5,8%, niente più agevolazioni per seconde case affittate a canone concordato (0,95%), per le altre seconde case aliquota massima all’1,06%.
- Prato: il comune è intenzionato ad alzare allo 0,94% l’aliquota su seconde case e capannoni industriali, che nel 2012 era rimasta allo 0,76% (fra le più basse d’Italia).
- Ravenna: aliquota sulle seconde case salita all’1,6%.
- Guastalla (Reggio Emilia): seconde case allo 0,9%. Si tratta di un comune colpito dal terremoto.
- Montegaldella (Vicenza): tassa sulle seconde case allo 0,97%, dal precedente 0,9%.
- Traversetolo (Parma): aliquota seconda case alzata all’1,06% dal precedente 0,96%.
- Colosimi (Cosenza), aliquota massima sulel seconde case, 1,06% (dallo 0,96%).
- Calco (Lecco): aliquota seconde case allo 0,96%, dallo 0,86%.
- Cascina (Pisa): aliquota su seconde case e immobili sfitti all’1,06%, dallo 0,96% dell’anno scorso.
- Modica (Ragusa): aliquota su seconde case all’1%.
- Cerveteri (Roma): seconde case all’1,06%, dal precedente 0,9%.
- Cesenatico: aliquota all’1,06%, dal precedente 1%.
- Senigallia (Ancona): rincaro sulle prime case, allo 0,6%, immutate le aliquote per le aziende.
Ciò che viene chiesto al Governo è l’abolizione dell’Imu sulla prima casa o una sua rimodulazione, con intervento su franchigie o deduzioni, abolendo l’imposta sull’abitazione principale per circa l’80% dei proprietari.
In alternativa, si pensa ad un blocco dell’Imu per il 2013, in attesa che dal 2014 entri in vigore la riforma.
Si ricorda infine che i destini della riforma IMU si legano a quelli del rinvio dell’aumento Iva al 22%, già slittato a ottobre e che ora si vorrebbe portare a dicembre.
Vera MORETTI