E’ stato firmato da Acri con Unioncamere e le due associazioni di riferimento per le imprese artigiane, Cna – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa e Confartigianato Imprese, un accordo che decreta una vera e propria alleanza con il mondo dell’artigianato artistico da parte delle Fondazioni di origine bancaria e che avverrà a livello territoriale.
Questa intesa è stata presentata in occasione della tavola rotonda “L’Artigianato artistico. Tra memoria e innovazione, nuovi orizzonti per l’occupazione giovanile”, alla quale sono intervenuti Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri; Giampiero Maracchi, presidente della Commissione Artigianato Artistico dell’Acri e dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze; Giorgio Aguzzi, vicepresidente nazionale di Cna – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa; Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Imprese; Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo economico.
A quest’ultimo è stato dato l’incarico di chiudere i lavori: “L’artigianato è un settore fondamentale per il nostro sistema produttivo, che va adeguatamente supportato e valorizzato, soprattutto in questo momento di forte crisi. La figura dell’artigiano, proprio perché legata alla tradizione, oggi può offrire un prodotto unico, di alta qualità, personalizzato e riconoscibile. Per questo occorre puntare sempre più su un’idea nuova di fare impresa, che passa anche attraverso la valorizzazione del mondo artigiano e artistico. Al contempo, è necessario favorire percorsi formativi che mettano i giovani nella condizione di apprendere professionalità qualificate e di cimentarsi in un settore che può offrire loro significativi sbocchi occupazionali. L’altro punto di forza consiste nel riuscire a fare rete, creare alleanze strategiche tra tecnici, ritrovarsi in piattaforme digitali. In questa direzione va il Protocollo d’intesa siglato oggi che io apprezzo molto”.
L’accordo si è reso indispensabile a causa di una profonda crisi del settore artigianale, che, tra il 31 marzo del 2009 e il 31 marzo di quest’anno, è calato del 7,15%: erano 88.335 quattro anni fa, sono 82.023 nel 2013.
Colpevole di questa debàcle è la crisi economica ma anche la globalizzazione, anche se a mancare è il passaggio di consegne tra generazioni: ultimamente, infatti, sono in forte diminuzione i rapporti di continuità tra maestro ed allievo, con il rischio di “perdere per strada” alcune conoscenze basilari.
Ma non è tutto perduto, perché la capacità italiana di creare il bello rimane immutata ed inimitabile e si spera che la crisi riporti i giovani a lavorare a “bottega”, rivalutando così gli antichi mestieri, oggi un po’ disprezzati in nome del progresso e della tecnologia.
Il progresso e l’innovazione, però, non vanno trascurate neppure in un settore che più di altri si fonda sulla tradizione, soprattutto quando si tratta di guardare ai paesi esteri.
La costituzione dell’accordo, infatti, è stata voluta da Acri proprio per promuovere un progetto di internazionalizzazione alla base del futuro delle imprese artigiane.
Per questi motivi, è stata costituita un’apposita Commissione dedicata all’Artigianato artistico, che gestirà il rapporto con Unioncamere e delle due associazioni di categoria, Cna – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa e Confartigianato Imprese, per favorire progetti di formazione e nuove forme di apprendistato utili all’inserimento nel mondo del lavoro per i giovani che vogliano impegnarsi nell’artigianato artistico.
Ecco le parole dei fautori di questo accordo.
Giuseppe Guzzetti: “Le nostre Fondazioni operano per valorizzare la storia e la cultura locale e per promuovere i territori di competenza, con particolare attenzione al futuro delle nuove generazioni in termini di formazione rivolta alla creazione di opportunità di lavoro. Dal canto loro, le organizzazioni che con noi firmano questo protocollo hanno al riguardo una forte convergenza di obiettivi. Insieme studieranno sistemi opportuni di formazione dei giovani per i singoli settori dell’artigianato artistico, anche attraverso uno specifico protocollo d’intesa con il Miur, che stiamo predisponendo, a cui ciascuna Fondazione potrà ispirarsi secondo le specifiche vocazioni del territorio di riferimento. Promuoveremo rapporti di cooperazione tra i rispettivi associati, e in collaborazione con il Ministero del lavoro, al fine di individuare forme innovative di apprendistato rivolte alla preparazione dei giovani nel comparto dell’artigianato artistico. Attraverso il rapporto con l’UEAPME (l’organizzazione che rappresenta a livello europeo gli interessi dell’Artigianato e delle Pmi dell’Unione Europea) sosterremo, inoltre, progetti di formazione anche mediante lo scambio di giovani fra i territori di competenza delle Fondazioni e gli altri paesi europei con analoghi progetti”.
Giorgio Aguzzi: “La crisi che stiamo attraversando è fondamentalmente una crisi di valori la cui declinazione ha condotto a un’interpretazione materialistica e utilitaristica dei mezzi e dei fattori di produzione, attribuendo in particolare alla finanza l’ordine a cui sottomettere il giudizio sul singolo individuo e sulla società. La crisi, quindi, non può essere risolta che riorientando la scala dei valori e chiedendo all’uomo un mutamento di mentalità e di condotta. È ora di restituire valore al lavoro fatto con le mani e con il cervello, con perizia artigianale, e di guardare al passato per ricostruire il nuovo su basi solide. È ora di ripartire da Efesto, mitologico dio lavoratore, orgoglioso del proprio fare. Ecco quindi come l’artigianato artistico raggruppando una gamma completa di professionalità che hanno in comune la specificità del “saper creare”, del “saper produrre” e del “saper intervenire” sul bene culturale può significare un’opportunità per la ripartenza del nostro sistema economico. Le imprese di questo settore vanno sostenute come modello e vanno messe nelle condizioni di investire sulle persone. Il protocollo siglato con l’Acri rappresenta una interessante modalità per investire sui giovani focalizzando l’attenzione verso un mondo che può offrire occupazione e può rappresentare una straordinaria leva di crescita economica se messo in sinergia con il turismo”.
Giorgio Merletti: “L’artigianato artistico costituisce un grande patrimonio culturale ed economico e rappresenta nel mondo l’emblema del gusto, della creatività, dell’unicità del prodotto made in Italy. Il “fatto ad arte”, per la sua capacità di essere pezzo unico e su misura, è per l’Italia un’enorme risorsa creativa e reattiva contro l’omologazione del gusto indotta dalla globalizzazione e rappresenta la difesa della memoria, dell’identità e della diversità. Ma l’artigianato d’arte è anche tra i settori a maggiore rischio d’estinzione, a causa degli alti costi d’impresa, delle difficoltà burocratiche e degli oneri nella trasmissione dell’attività e nella formazione dei giovani, dei problemi nella commercializzazione e del fenomeno della contraffazione”.
Ferruccio Dardanello: “Il nostro modello di sviluppo è fatto di imprenditorialità diffusa, distretti, filiere, reti, territorio. In questo modello, economia della conoscenza e competenze manuali e artigianali non si escludono, ma si integrano tra loro nel segno della qualità. Perché nella piccola e media impresa, la prima radice della conoscenza viene dal “saper fare”. Nonostante i duri colpi della crisi, questo modello sta dimostrando di essere la base su cui si può far crescere una nuova stagione di sviluppo sostenibile, inclusivo e innovativo. Non dobbiamo tradirlo, andando dietro ai miti della specializzazione produttiva o del gigantismo imprenditoriale a tutti i costi. Al contrario, dobbiamo a tutti costi valorizzare il patrimonio inestimabile delle nostre tradizioni manifatturiere e il modo migliore per farle vivere è investire sui giovani, fin dalla scuola. Il nostro augurio è che questo protocollo segni un passaggio importante su questa strada”.
Giampiero Maracchi: “Il protocollo d’intesa che abbiamo firmato oggi ci impegna in un’azione di grande responsabilità nei confronti delle future generazioni, chiamate a vivere in una società che vede fortemente cambiati i propri parametri, anche eticomorali, e che, pur nella precarietà del momento, deve recuperare l’affezione per il proprio lavoro che oggi viene visto, purtroppo, quasi unicamente come il motivo per garantire il proprio sostentamento. Se penso alle origini delle corporazioni artigiane, nate anche per assicurare una certa sicurezza sociale ai propri componenti (che potevano farne parte solo dopo una certa selezione) oltre che per tramandare i saperi più raffinati, ecco allora che abbiamo una seconda responsabilità. Ed è nei confronti della storia recente che ha visto impattare un faticoso sforzo di crescita e di progresso contro una congiuntura drammatica che rischia di annullare i progressi fatti negli ultimi 50 anni. Una terza responsabilità l’abbiamo, infine, anche nei confronti delle generazioni passate che hanno saputo costruire un Paese ricco di talenti, di genio, di competenze che hanno la loro sintesi più alta proprio nell’artigianato d’arte. Che questo accordo sia davvero il primo passo per un risveglio, forte e rigoglioso, di tante energie e intelligenze che la crisi non ha eliminato, ma solo narcotizzato”.
Vera MORETTI