Tra le semplificazioni previste dal Decreto Fare, approvato in Consiglio dei Ministri lo scorso 15 giugno, ci sono alcune iniziative che riguardano Internet e l’Agenda Digitale.
Per quest’ultima, il Governo ha deciso di avvalersi di un Tavolo permanente, che sia composto da esperti e rappresentanti delle imprese e delle università.
Questo team sarà presieduto da Francesco Caio, nominato commissario per l’attuazione dell’Agenda Digitale.
Tra le novità che porteranno vantaggi ai cittadini c’è la possibilità di chiedere una casella di posta elettronica certificata nel momento in cui viene redatta la carta d’identità elettronica o il documento unificato. Così nascerà il Domicilio Digitale.
Il Decreto Fare prevede anche una razionalizzazione dei CED – Centri Elaborazione Dati – e stabilisce nuove scadenze per la presentazione del progetto Fascicolo Sanitario Elettronico da parte di Regioni e Province autonome.
Tra i provvedimenti previsti, inoltre, anche la liberalizzazione dell’accesso ad Internet, come già avviene in buona parte d’Europa.
La Wi-fi, dunque, sarà libera, ma rimarrà l’obbligo, da parte del gestore, di garantire la tracciabilità mediante l’identificativo del dispositivo utilizzato. L’offerta ad internet per il pubblico sarà libera e non richiederà più l’identificazione personale dell’utilizzatore.
A questo proposito, occorre però specificare che, in conseguenza dell’abrogazione del decreto Pisanu, la Wi-fi era già libera, ma il Governo ha voluto varare questa norma per fronteggiare i pericoli del terrorismo richiedendo l’identificazione univoca dell’utente.
E’ stato dunque ribadito che: ”l’offerta ad internet per il pubblico sarà libera e non richiederà più l’identificazione personale dell’utilizzatore”.
Risulta però ancora obbligatorio garantire la tracciabilità del dispositivo, operazione possibile ad esempio con l’invio all’utente di un SMS contenente un codice di accesso.
Il documento presentato dal ministro per lo sviluppo economico dovrebbe anche far chiarezza sui requisiti necessari per l’installazione di router o altri apparecchi.
L’attuazione della direttiva 2008/63/CE aveva infatti suscitato molte polemiche, poiché in quel contesto si stabiliva l’obbligo di una certificazione da parte dell’operatore che effettuava l’installazione di un router o altri dispositivi simili.
La controversia parrebbe risolta leggendo l’affermazione contenuta nel testo della normativa: “E’ stata inoltre prevista la liberalizzazione dell’accesso ad Internet, come avviene in molti Paesi europei”.
Vera MORETTI