Gli imprenditori italiani hanno capito che fare rete conviene.
Il terzo Osservatorio Intesa Sanpaolo – Mediocredito Italiano sulle Reti d’Impresa, infatti, ha rilevato che, nei primi tre mesi dell’anno, 455 realtà imprenditoriali hanno utilizzato questo strumento dando vita a 94 nuove reti, ovvero forme di collaborazione che permettono di mettere a fattore comune risorse e capacità con l’obiettivo di acquisire maggiore forza competitiva, produttiva e commerciale.
A fine marzo, dunque, il totale dei contratti registrati è di 792 unità, con ben 4.091 imprese coinvolte.
Tra le regioni più attive, spiccano Lombardia, Emilia Romagna e Toscana guidano con le prime due che possono essere considerate le artefici della forte accelerazione dell’ultimo trimestre 2012, nel quale 801 nuove imprese hanno deciso di mettersi in rete.
Per quanto riguarda il settore manifatturiero, nel 2011 le imprese coinvolte in reti d’impresa hanno registrato un aumento di fatturato pari al 10,1%, mentre l’aumento di quelle non in rete si è fermato al 4,6%.
La differenza, inoltre, è ancora più evidente se si considera il triennio 2009-2011.
Questo accade perché le aziende in rete acquisiscono un migliore posizionamento competitivo, anche perché una buona metà di esse fa già parte di gruppi economici
(contro il 35% circa delle imprese non in rete), hanno attività di export (50% circa vs. 31%), certificati di qualità (26,7% vs. 17,2%), partecipate estere (17,8% vs. 7,5%), marchi registrati a livello internazionale (16,4% vs. 8,5%), richieste di brevetti all’EPO (16,3% vs. 7,3%), certificazioni ambientali (8,2% vs.3,4%).
L’Osservatorio, per riportare dati ancora più precisi, ha effettuato un’indagine tra 360 imprese coinvolte in contratti di rete: il 50% di esse dichiara di partecipare alla rete per conseguire maggiori sinergie produttive (soprattutto al Sud e al Centro), rafforzare i canali di promozione/distribuzione (Nord) e realizzare progetti comuni di innovazione e di ricerca
(Centro e Nord-Est).
Inoltre, le reti d’impresa permettono di valorizzare la complementarietà industriale delle imprese.
L’83% delle reti è composta da imprese specializzate in comparti produttivi differenti. Inoltre, il 31% sono di piccole dimensioni o addirittura imprese cosiddette micro (51,2%), ovvero le più bisognose di andare in rete per mettere in pratica le proprie potenzialità e attivare progetti di internazionalizzazione e innovazione.
In questo caso, i macrosettori più presenti sono quello dell’industria e dei servizi, con il 76,1% delle imprese attive.
Anche la filiera delle costruzioni e dell’immobiliare, nonché quella dell’industria agro-alimentare sono ben rappresentate, soprattutto nelle regioni meridionali d’Italia, con la Sardegna che primeggia.
Per incoraggiare le reti d’impresa, tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, sono nati tre Laboratori regionali per le Reti d’Impresa, in Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte, che sono veri e propri incubatori attivati da Intesa Sanpaolo con associazioni datoriali locali ed enti di ricerca per promuovere la conoscenza di questo strumento e agevolare l’incontro tra potenziali partner.
A questi si affianca il Desk nazionale sulle Reti per la consulenza normativa e finanziaria di Mediocredito Italiano, la società di Intesa Sanpaolo specializzata nel sostegno alla crescita delle pmi.
La Banca Europea per gli investimenti ha attivato un importante finanziamento dedicato alle pmi e mid-cap, dell’importo totale di oltre 22 milioni di euro.
Vera MORETTI