Ormai la scadenza si avvicina: entro il 30 giugno le imprese individuali dovranno comunicare il proprio indirizzo di posta certificata al registro delle imprese.
Se, però, si tratta di imprese neo iscritte, l’indirizzo di Pec va comunicato quando si effettua l’iscrizione, pena la sospensione della relativa domanda sino alla sua integrazione e sua decadenza decorsi inutilmente 45 giorni dal deposito.
Per quanto riguarda, invece, l’adeguamento per le imprese individuali già costituite al 20 ottobre 2012, le informazioni provenienti dal Ministero dello Sviluppo Economico sembrano divergere da quanto comunicato in precedenza.
Se, infatti, in un primo momento sembrava che le imprese individuali potessero, per avere una Pec, appoggiarsi a soggetti terzi, ad esempio allo studio professionale che le assiste negli adempimenti, ora pare che questa possibilità non venga più contemplata.
Il documento ufficiale sottolinea come l’obbligo di comunicazione è collegato all’attivazione dell’indirizzario generale Ini-Pec che regola le modalità dei rapporti tra impresa ed amministrazione.
Anche in presenza di una documentazione, però, c’è una certa confusione al riguardo, perché alcune Camere di Commercio riconoscono la possibilità di comunicare la casella di posta di un soggetto terzo, mentre altre si allineano alle indicazioni ministeriali.
Per questo, converrebbe che le autorità competenti chiarissero a chi è esteso il divieto, e fino a che termini.
Sulla questione ha voluto esprimere il suo parere Riccardo Alemanno, presidente delll’Istituto Nazionale Tributaristi: “Mi pare che il divieto di usare un indirizzo Pec già utilizzato anche da altri soggetti sia stato deciso da chi non conosce appieno le problematiche della realtà. È assolutamente necessaria una rettifica di tale divieto che non è previsto dalla legge ma solo da interpretazioni Molti studi hanno dato il proprio indirizzo Pec alle ditte individuali meno strutturare, altri hanno aperto un unico indirizzo Pec per le imprese che non erano in grado di farlo, alcuni imprenditori utilizzano la Pec di altre aziende di proprietà di familiari e così via“.
Vera MORETTI