I dispositivi informatici messi a disposizione dalle aziende ai propri dipendenti risultano sempre più invisi e detestati dai loro utilizzatori.
Non si tratta di odio nei confronti del proprio lavoro ma, piuttosto, verso device professionali considerati obsoleti e, quindi, colpevoli di rallentare o intralciare il proprio operato.
Questo è quanto risulta da una ricerca commissionata da Panasonic Computer Product Solutions e condotta da Dynamic Markets nell’ambiente lavorativo inglese, dove sta emergendo un nuovo tipo di “sabotatore segreto”.
In Gran Bretagna, infatti, oltre un quarto dei lavoratori dipendenti ha confessato di aver deliberatamente sabotato il proprio dispositivo aziendale, o è tentato di farlo, e che un 14% dei lavoratori ammette chiaramente di aver distrutto il device professionale affidatogli.
I motivi, spiegati dai 500 lavoratori britannici presi a campione, si riconducono, per il 38% a
“sentimenti negativi” verso la tecnologia aziendale che utilizza, mentre il 30% dichiara che preferirebbe utilizzare il proprio dispositivo personale. Il 9% ammette di trovarsi in imbarazzo a usare il dispositivo aziendale di cui è in possesso, il 7% afferma che le tecnologie sono difficili da utilizzare e il 6% dichiara esplicitamente che le detesta.
Nemmeno l’estetica dei dispositivi piace, dal momento che il 36% del campione si dice perplesso rispetto al look e alla sensibilità dei dispositivi in uso: tra questi, troviamo soprattutto i quadri junior e intermedi, con un’età compresa tra i 18 e i 44 anni, gli addetti alle vendite, al marketing, ai servizi IT e alla gestione dei dati.
Il 18% degli intervistati descrive i propri dispositivi aziendali come datati e fuori moda, mentre per il 17% questi appaiono scialbi e noiosi. Per l’11% dei dipendenti, invece, sono brutti e privi di stile.
Jan Kaempfer, direttore Marketing di Panasonic Computer Product Solutions, ha dichiarato: “Siamo molto sorpresi dal numero di dipendenti che hanno ammesso di essere tentati di danneggiare i propri laptop e cellulari aziendali, ma ancora di più siamo esterrefatti per il numero di persone che l’hanno effettivamente fatto. Si tratta di una chiara indicazione di quanto sia importante l’atteggiamento mentale dei lavoratori che sono dotati di dispositivi professionali inadatti alla loro mansione”.
I danni che i dispositivi aziendali hanno subito negli ultimi tre anni sono vari e disparati: il 42% dei dipendenti che utilizzano un dispositivo di proprietà aziendale ha registrato incidenti. Tra questi, quasi un quarto (23%) li ha fatti cadere o li ha gettati a terra, il 13% vi ha versato sopra dei liquidi, mentre il 5% ha completamente immerso in acqua i propri dispositivi. Il 12% del campione ha invece rotto lo schermo. La distrazione è stata il problema principale per un altro 12% degli intervistati, che ha di fatto perso il proprio dispositivo aziendale.
Continua Jan Kaempfer: “Questa ricerca dimostra che i lavoratori e, in particolare, i più giovani ed esperti di tecnologia, sono frustrati dai dispositivi che vengono forniti loro da parte delle aziende, perché sono inadeguati alle funzioni da svolgere oppure semplicemente superati rispetto alle ultime funzionalità che la generazione Y è abituata ad utilizzare. Allo stesso tempo, usare il proprio dispositivo non è la soluzione e le aziende dovrebbero adottare piuttosto la policy ‘Buy the Right Device’ – comprare il dispositivo adatto alle proprie esigenze”.
Vera MORETTI