di Davide PASSONI
Tra una schermaglia e l’altra in Parlamento, quanto vale veramente una possibile abolizione dell’Imu? Se lo chiedono in tanti, imprese e cittadini, che guardano alle decisioni che prenderà in merito il Governo con un misto di ansia e apprensione.
Per molti, la cancellazione o, quantomeno, il rinvio della rata di giugno significa una piccola o grande boccata di ossigeno ma per le casse dello Stato può fare una differenza enorme. Se, come è ormai chiaro, la tassazione sulla prima casa dovrà essere rivista e alleggerita non di poco, la sospensione del pagamento di giugno può dare tempo all’Esecutivo di intervenire in tal senso per eliminare l’obbligo del pagamento almeno per le fasce di reddito più basse.
In ogni caso, vuoto per pieno, si parla di circa 2 miliardi di euro dei complessivi 4 che l’Imu vale. L’acconto Imu si dovrebbe pagare entro il 17 giugno e dovrebbe essere calcolato sulle nuove aliquote decise dal proprio comune, purché la delibera sia adottata e inviata al ministero delle Finanze entro il 9 maggio e pubblicata sul sito del ministero entro il 16. Qualora ciò non venisse fatto, l’acconto sarà calcolato in base alle aliquote 2012, con un adeguamento alle eventuali nuove aliquote che avverrà al saldo di dicembre.
Come fare dunque? È probabile che una ipotetica rimodulazione dell’Imu per fasce di reddito porti a una manovra che aumenti le detrazioni sull’abitazione principale insieme a una scontistica sui carichi di famiglia favorevole ai nuclei familiari più numerosi. Un’operazione fattibile, che porterebbe a un costo costo finale che oscillerebbe tra 2 e 2,5 miliardi. Insomma, ci saremmo.
Un’altra strada è quella della riduzione dei coeffecienti di calcolo dell’Imu a favore della fasce di contribuenti più deboli. Tra i quali, ahinoi, non sembra possano figurare le imprese sui cui immobili, nel 2013, i Comuni potranno solo innalzare le addizionali. Se da una parte si vuole quindi aiutare le famiglie a mantenere liquidità per incentivare una ripresa dei consumi, dall’altro il tessuto produttivo italiano continuerà a rimanere fortemente represso dall’Imu. Con buona pace della ripresa.
Ah, e che succederebbe se, come vuole il Pdl, l’Imu sulla prima casa fosse abolita del tutto e fosse restituito ai cittadini quanto pagato nel 2012? Lo Stato dovrebbe scucire circa 8 miliardi di euro. Fattibile? Nella cifra sta già la risposta.