I miracoli non avvengono spesso e, quando si tratta della politica italiana, è ancora più raro che si manifestano.
Nonostante qualcuno ci avesse sperato, la rata di giugno dell’Imu sarà sospesa solo per le prime case, quindi per i proprietari di capannoni industriali l’appuntamento rimane valido.
La tassa sugli immobili relativa ad imprese ed agricoltori aveva fruttato, nel 2012, circa 7 miliardi di euro ed è risultato impossibile coprire una cifra così considerevole in poco tempo.
Ma ancora una speranza c’è, e riguarda le imprese e i fabbricati rurali, poiché, ha lasciato trapelare una fonte di Governo, la questione “sarà affrontata in un secondo momento”.
A prendere questa decisione sono stati il premier Enrico Letta e i ministri interessati al provvedimento, Fabrizio Saccomanni dell’Economia, Enrico Giovannini del Lavoro, e il vicepremier Angelino Alfano. Poi Saccomanni ha incontrato il capogruppo del Pdl alla Camera, Renato Brunetta.
La mancata sospensione dell’Imu per le imprese non è stata, comunque, una grande sorpresa, come aveva già lasciato intendere il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, che aveva riferito che l’intervento per i capannoni industriali poteva avere un costo intorno ai 1,5 miliardi di euro.
Tali risorse avrebbero potuto coprire una fetta troppo bassa di utenti, probabilmente neanche tutte le pmi, ma in ogni caso, sono necessarie per poter coprire la cassa integrazione in deroga.
Proprio la scarsità di liquidità ha indotto il Governo a pensare ad un intervento per la Cig più basso del previsto, che verrà eventualmente “rimpinguato” nei prossimi mesi.
Per ora, la cassa integrazione in deroga verrò finanziata dal Fondo per le politiche della formazione e dal Fondo per la produttività.
Visto il ridimensionamento dell’Imu, c’è da aspettarsi, per settembre, una vera e propria riforma della tassa, diventata ormai una necessità improrogabile.
Ma nonostante questa proroga, i problemi urgenti ci sono ancora e riguardano le case affittate, gli alberghi gli immobili costruiti e invenduti e per ora non si ha la certezza di riuscire a coprire le richieste.
Rimane fissata a giugno, invece, un’altra emergenza: quella che riguarda il lavoro giovanile.
Vera MORETTI