di Davide PASSONI
Sappiamo bene come l’Italia sia un Paese con la memoria piuttosto corta quando si tratta di rimborsare i debiti dello Stato verso imprese e cittadini e di quanto, invece, la memoria sia lunga quando si vogliono far pagare alle suddette imprese e ai cittadini tasse e balzelli assortiti. Prendiamo l’auto, un bene che hanno praticamente tutti e che per molti è soprattutto uno strumento di lavoro e non di svago.
Ebbene, la tassazione sull’automobile tra tasse di possesso, accise sui carburanti e altre diavolerie fiscali prevede che l’auto sia trattata come se fosse un bene di lusso, proprio perché è un bene facilmente tracciabile e per il quali bene o male tutti alla fine sono costretti a pagare. L’Italia degli Anni ’50-’60, però, quando le automobili non erano per tutti, era un altro pianeta, nel quale la quattro ruote poteva anche essere considerata un bene di lusso, ma oggi sono passati 50 anni, il Paese è cambiato e la filosofia delle tasse sulle auto è rimasta la stessa.
Per pigrizia, ma soprattutto per opportunismo, la tassazione sulle automobili e sui veicoli commerciali è rimasta quella di un tempo e danneggia soprattutto chi fa business. Per fortuna ci sono alcune soluzioni che possono aiutare chi per il proprio business utilizza un’auto o un veicolo commerciale a risparmiare o a godere di vantaggi fiscali che, alla fine e specialmente in questi periodi di magra, sul bilancio di un’azienda o di un professionista possono incidere in maniera sensibile.
Questa settimana Infoiva dedicherà il proprio focus a questo tema, per aiutarvi a capirne un po’ di più e, se possibile, per aiutarvi a risparmiare e a far girare il business in maniera più proficua.