Durante la manifestazione fieristica OroArezzo, dedicata ad oreficeria e tutto ciò che riguarda l’oro, svoltasi nella città toscana dal 13 al 16 aprile, è emersa l’urgenza di regole efficaci e chiare per disciplinare il fenomeno del “compro oro”.
Se ne è discusso durante il convegno, avvenuto all’interno dell’evento, “Il commercio dell’oro”, organizzato da Confindustria Federorafi in collaborazione con Banca Etruria, al quale hanno assistito molti operatori e rappresentanti delle istituzioni locali, del Parlamento e delle Amministrazioni.
Oltre ad un’analisi approfondita dei numeri che riguardano il fenomeno e i comportamenti fiscali relativi a tutta la filiera orafa, è stata denunciata l’assenza, nonostante qualche tentativo nella precedente legislatura, di una normativa ad hoc che possa fare finalmente chiarezza per i quasi 40.000 operatori dell’intera filiera, compresi i circa 9.000 “compro oro” specializzati.
Negli ultimi dieci anni l’offerta mondiale di oro usata è quasi raddoppiata, passando da 875 a 1.661 tonnellate, con una quota pari al 37%.
In Italia, anche a causa della crisi economica, l’attività dei “compro oro” è ora stimata in oltre 3 miliardi di euro e la produzione nel Belpaese di “nuova gioielleria” con oro recuperato è passata in 10 anni dal 9% al 46,7%.
La stima è di decine di milioni di pezzi per 180 tonnellate di oro all’anno.
Se si considera che, solo fino a cinque anni fa, si trattava di un’attività quasi sconosciuta, i dati sono davvero impressionanti.
Purtroppo, come sappiamo, l’apertura di tanti negozi “compro oro” ha favorito anche la proliferazione di trattative non sempre trasparenti tra clienti e compro oro, tanto da alimentare molto dubbi circa la liceità delle operazioni poste in essere da alcuni “compro oreficeria” e confusione sull’impatto fiscale delle operazioni, a danno del consumatore e dei moltissimi operatori “compro oreficeria” che, invece, svolgono con professionalità e dedizione un servizio che, visti i tempi, ha grande rilevanza anche sociale.
Queste problematiche sono state discusse al convegno, sottolineando in particolare gli aspetti controversi della normativa dando indicazioni operative circa il migliore comportamento fiscale e il rispetto della normativa di Pubblica Sicurezza e di antiriciclaggio a seconda della tipologia di operatore e di operazione ponendo l’accento sulle sanzioni penali ed amministrative.
Per risolvere le criticità che caratterizzano questa professione, Parlamento e Governo sino stati inviati a dar vita ad una normativa che possa regolamentare l’attività dei “compro oro”, seguendo alcuni punti cardine:
- istituzione di uno specifico codice ISTAT;
- istituzione di un elenco dei “compro oreficeria” (specializzati e non) presso le Camere di Commercio;
- obbligo dei requisiti previsti per gli Operatori Professionali in oro anche per i compro oreficeria specializzati, ovvero forma giuridica di società di capitali, capitale sociale non inferiore a 120.000 euro e requisiti di onorabilità degli amministratori e dei dipendenti investiti di funzioni di direzione tecnica e commerciale;
- obblighi stringenti di “tracciabilità” dei prodotti acquistati/commercializzati;
- istituzione di una piattaforma informatizzata e digitalizzata di registrazione delle operazioni di acquisto dai privati (in sostituzione del Registro di P.S.) e a disposizione delle Autorità di controllo;
- assoggettamento alla normativa antiriciclaggio;
- obblighi di pubblicità sui prezzi all’acquisto praticati.
Vera MORETTI