Le voci di una ripresa entro l’anno si sono affievolite sempre di più, fino a diventare nulle. Ora, arrivano anche i dati a deludere anche gli ultimi inguaribili ottimisti: nel 2013 la crescita mondiale arriverà al 3,3%, grazie soprattutto al traino dei Paesi emergenti, che da soli registrano un +5,3%.
Le economie cosiddette avanzate, invece, saranno ferme ad un modesto 1,2%, con Stati Uniti (+1,9%) e Giappone (+1,6%) in pole position.
Segno negativo, invece, per molti paesi dell’Eurozona, Italia in testa, poiché dovrebbe vedere il suo Pil contrarsi dell’1,5% per poi segnare nel 2014 una modesta crescita dello 0,5%.
Questo è il panorama che il World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale vede delinearsi intorno a noi, con una revisione, sempre con segno meno, delle stime formulate lo scorso gennaio.
Per l’Italia la correzione è pari a 0,4% punti percentuali per l’anno in corso, mentre la stima 2014 è rimasta invariata.
L’analisi del Fondo parla di “prospettive globali migliorate anche se la strada verso la ripresa nelle economie avanzate resterà accidentata”.
La stima per il 2014, invece, del 4%, è rimasta invariata, con un ribasso per l’economia statunitense (-0,2 rispetto al 2013), ma comunque a livelli superiori rispetto alla media, grazie alla domanda privata, sempre più forte.
Il dato negativo dell’Italia (affiancato dal -1,6% della Spagna nel 2013) dovrebbe quindi pesare negativamente sul Pil dell’Eurozona, stimato per l’anno in corso in contrazione di circa lo 0,3% per via di una somma di fattori come “consolidamenti fiscali, frammentazione finanziaria, e aggiustamenti di bilancio nelle economie periferiche”.
Vera MORETTI