Un progetto itinerante per far conoscere la sua ormai quasi secolare storia: così Fendi ha deciso di celebrare la longevità e i successi del suo marchio.
Dal lontano 1918, quando era solo un laboratorio di pellicceria gestito da Adele Casagrande, futura moglie di Edoardo Fendi, sposato nel 1925, ne è passata di acqua sotto i ponti, ed oggi il brand, dall’apertura della prima bottega romana in via del Plebiscito, è conosciuto a livello internazionale.
In realtà, la fama è arrivata verso la metà del ‘900, con l’approdo al mercato estero, allora considerato un vero e proprio salto nel buio, e si è poi consolidata con la generazione successiva, quella delle cinque sorelle Fendi, fino ad arrivare all’importante e prestigiosa collaborazione con Karl Lagerfeld, che oggi, insieme a Silvia Venturini Fendi, ha in mano la gestione dell’azienda, passata nel frattempo nelle mani del gruppo LVMH.
L’eccellenza del Made in Italy porta sicuramente anche il marchio di Fendi e, per questo, per dare l’opportunità a quanti più spettatori possibili di sfogliare un album dei ricordi ricco di eventi e successi, è nata l’idea a Emanuela Nobile Mino di Un Art Autre, progetto itinerante che vuole illustrare la capacità della maison di coltivare la relazione tra arti e mestieri, cavalcando il senso della creatività in tutte le sue declinazioni.
Prima tappa di questo eccezionale tour è il The Art University Museum di Tokyo, dove l’allestimento è firmato MdAA, studio di architetti associati.
Si tratta di tre ambienti separati, il primo dei quali è uno spazio multi-sensoriale che interpreta le caratteristiche principali dell’azienda: leggerezza, policromia e avanguardia diventano elementi tangibili, percettivi, con cui tradurre un nuovo concetto di lusso.
Il secondo ambiente, quello in cui prende parte la vera e propria esposizione, presenta 24 capi iconici creati tra il 1970 e il 2013: un percorso animato da rivoluzioni estetiche, stilistiche e tecnologiche, ma da cui emergono alcune costanti del marchio, come l’equilibrio fra tradizione e sperimentazione.
La terza area è dedicata all’importanza dell’artigianalità nella filosofia creativa di Fendi.
Il percorso espositivo è inoltre sottolineato da un’installazione luminosa e dinamica di Johanna Grawunder, designer americana con base a Milano, e una colonna sonora composta dalla deejay Flavia Lazzarini.
Vera MORETTI