di Davide PASSONI
Se le imprese sono le prime vittime dei ritardati pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, andiamo subito tra di loro e incontriamo Luca Peotta, coordinatore nazionale di Imprese che Resistono, network che si autodefinisce “Gruppo di imprese costituite in Comitato composto per l’80% circa da piccole aziende. Siamo trasversali alle associazioni ed apartitici. Valorizziamo la nostra ‘FORZA LAVORO’ per difendere Occupazione e Impresa”. Un’intervista che dovrebbe essere letta tutta d’un fiato ma che abbiamo deciso di dividere in due puntate: per cambiare le cose, due pugni nello stomaco sono meglio di uno.
Quanto è letale per la piccola impresa il “combinato disposto” tra ritardi nei pagamenti della PA e crisi economica?
E’ letale come un morso di un serpente: prima immobilizza e poi… Sono 90, come la paura, i miliardi che la PA deve elargire alle imprese. Quante di queste imprese oggi non riescono più a pagare stipendi ai propri dipendenti e di conseguenza la posizione contributiva degli stessi. Aziende, ditte piccole, medie, grandi che esse siano, destinate comunque alla chiusura poiché non più in grado di presentare la corretta documentazione richiesta, quindi non più in grado di affrontare il futuro. Faccio un esempio: il DURC, Documento unico regolarità contributiva. Più che “combinato disposto” direi un combinato dispetto! Altro problema deriva dal “patto di stabilità” dei comuni: quante piccole ditte operanti nei Comuni non vengono pagate per lavori eseguiti oramai da tempo? Aggiungo che il problema non è solo tra PA e privato ma anche tra aziende private.
Perché la piaga della PA morosa è una peculiarità tutta italiana?
Perché lo Stato ha un sistema forte, inattaccabile. Si dice che a pagare e a morire c’è sempre tempo! Anche se hai ragione nel vantare il tuo credito è meglio che non attacchi lo Stato, potrebbe essere pericoloso. Il sistema giustizia sappiamo bene come funziona, la tua causa potrebbe essere per lo Stato solo un vantaggio, 5/6 anni per sentirsi dire che hai ragione e altri 4/5 anni per sentirsi dire che presto sarai quietanzato. Pagare in ritardo è nel DNA di questo Paese. Altro problema sono le risorse economiche, non ci sono i soldi, si dice… Anche se ci fossero chi lo scoprirebbe?. Ma al vertice di tutto c’è un sistema bancario che non risponde più, oramai da troppo tempo, ai crediti targati PA. Hai una fattura da scontare in banca intestata Comune, Provincia, Regione? No grazie, la banca ti risponde che non può anticipare nulla e non intende finanziare il debito dello Stato nei tuoi confronti.
Perché su questa questione si chiacchiera tanto e si risolve poco o nulla?
Perché fare delle chiacchiere non costa nulla, almeno per il momento. Chiacchierando si creano illusioni, basta un mezzo annuncio che sembra che tutto è risolto. Siamo un popolo di creduloni, le campagne elettorali sono da sempre un esempio concreto. Si promette sempre di tutto e poi basta dire… sì, ma il sistema è complicato, nessuno ha la bacchetta magica, lo Stato per risolvere il problema non può ulteriormente indebitarsi. Notizia di poche ore fa è che il debito pubblico italiano ha superato di 22 miliardi i 2mila miliardi. Ma se lo Stato non paga non sarebbe meglio smettere di fornirlo? Nel privato funziona così: sei un cattivo pagatore? Ti fornisco ma solo se paghi alla consegna, poche chiacchiere.
A domani per il “secondo round”.