di Davide PASSONI
Se il Salone del Mobile di Milano e il momento della celebrazione indiscussa e indiscutibile dell’estro, della creatività, dell’artigianalità e della tenacia del sapere fare italiano nel campo dell’arredo e del design di alta qualità, non dobbiamo però nascondere a noi stessi che la situazione nella quale versa il settore non è delle più favorevoli. Benvenuti nel club, direte voi… Certo, ma in queste situazioni la filosofia del “mal comune mezzo gaudio“, non è proprio da sposare.
Lo sa bene il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero, che nei giorni scorsi ha presentato alla stampa i risultati del Termometro vendite dell’associazione, un’indagine alla quale hanno partecipato oltre 630 imprese scelte tra le più rappresentative all’interno della filiera del legno, compilando un questionario sulle aspettative per l’anno in corso. Risultati secondo i quali, sono parole dell’associazione, restano “drammaticamente negative” le prospettive per l’inizio del 2013: a gennaio il 60% delle imprese dichiarava ordinativi in flessione, in stagnazione per il 30%, in crescita solo per il 10%. Previsioni positive, invece, per le aziende vocate all’export, per il 64% delle quali continuerà a crescere.
Il quadro economico per le imprese associate a FederlegnoArredo resta dunque di “forte difficoltà” sul mercato nazionale; anche nell’ultimo quadrimestre del 2012 il risultato delle vendite in Italia rimane stabilmente negativo (-10% rispetto al 2011), migliorano di poco le vendite estere (+4%). Sempre secondo il Termometro vendite di FederlegnoArredo, i consumi interni nel settore legno e arredo caleranno dell’11,2% tra il 2012 e il 2013, mentre la previsione per il 2013 nel saldo della bilancia dei pagamenti è positiva per 8 miliardi di euro. Purtroppo, però, dal 2007 al 2013 si sono persi 15 miliardi e 322 milioni di euro in termini di fatturato alla produzione. Nello stesso periodo, nel macrosettore legno e arredo sono stati persi 67mila addetti e 14mila imprese.
Una spirale negativa alla quale FederlegnoArredo cerca di porre un freno soprattutto guardando oltre confine, dal momento che i consumi e la domanda interni sono più che depressi, sono praticamente sotto terra. Snaidero ha infatti ricordato che FederlegnoArredo “ha un ufficio a Chicago, due settimane fa ne ha aperto uno a Mosca e presto faremo altrettanto anche a Londra, Shanghai e Belgrado. Poiché molte imprese nel nostro settore sono medie o piccole, non tutte hanno la possibilità di avere una struttura aziendale interna di marketing. La federazione si sta spendendo per accompagnare le nostre aziende in giro per il mondo, con missioni all’estero cui partecipano ogni volta 15-20 imprese, e facendo venire in Italia gli acquirenti stranieri, come è avvenuto di recente con i buyer russi che abbiamo portato in Veneto e Lombardia“.
E per far ripartire i consumi in Italia? Snaidero ha una soluzione: “Inserire gli arredi fra le detrazioni Irpef del 50% previste per le ristrutturazioni edilizie“. Può essere un primo, piccolo passo per ridare ossigeno a un settore in apnea. Un passo al quale ne dovrebbero seguire altri, soprattutto dal mondo bancario, che purtroppo, però ancora non vediamo. Resta da sperare che il prossimo governo, quando si degnerà di prendere forma e operatività, abbia l’intelligenza e la sensibilità per cogliere i segnali e le proposte che arrivano da questo settore.