L’annuncio di Confindustria Padova non piacerà alle pmi venete: è previsto, infatti, un forte rincaro dell’Imu 2013, in particolare per fabbricati produttivi ed alberghi, costretti a pagare 40 milioni in più rispetto al 2012.
E se il rincaro minimo si aggira intorno all’8,3%, si rischia di toccare punte del 40% a causa delle delibere comunali, poiché per l’anno in corso non sono previsti sconto né agevolazioni a livello locale.
Massimo Pavin, presidente di Confindustria Padova, ha dichiarato a proposito: “Se tutti i Comuni del Veneto imboccheranno la via dell’aumento, per compensare buchi di bilancio e tagli ai fondi (soprattutto nei casi in cui capannoni e alberghi offrono una parte consistente della base imponibile), il gettito sarebbe di 652 milioni di euro, con un maggiore esborso per le imprese di 170 milioni: +35,1% rispetto al 2012, ma +112% rispetto alla vecchia Ici. Le risorse dei Comuni vanno trovate altrove, a cominciare dall’allentamento del Patto di stabilità interno, a cui il Consiglio dei Ministri ha dato una prima parziale risposta per sbloccare il pagamento dei debiti della Pa verso i fornitori. Al di là dell’emergenza, serve uno shock competitivo per la crescita e nuove regole per permettere agli enti virtuosi e con bilanci sani di sbloccare risorse per investimenti, infrastrutture, sostegno all’export, occupazione. Non si rimette in moto un Paese fermo con la sola linea del rigore e dell’austerità’ fiscale senza crescita. Che, al contrario, lo sta uccidendo”.
Vera MORETTI