Durante il Forum di Confcommercio tenutosi a Cernobbio il 22 e 23 marzo, l’accento è stato posto sul problema del credito, sul quale tutti i partecipanti hanno voluto esprimere la loro opinione.
Carlo Sangalli, presidente di Unioncamere, ha sottolineato l’esigenza di una “ancora più rafforzata collaborazione tra banche ed imprese che devono lavorare, in Europa e in Italia, per rilanciare il flusso del credito all’economia reale. E’ una scelta di responsabilità, tanto più importante in tempi di così grande incertezza”.
Dopo il cappello introduttivo di Sangalli, il primo intervento è stato quello di Enrico Cucchiani, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, per il quale “non è vero che in Italia vada tutto male: gli indicatori macroeconomici italiani sono migliori di quelli dell’Eurozona e molto migliori di quelli degli Usa e del Giappone. Il problema è la mancanza di competitività e di liberta economica del nostro Paese, che si accompagna a un pesante crollo degli investimenti”.
Cucchiani si è soffermato anche sulla questione del credit crunch, ricordando che in Italia la contrazione del credito, pur essendo meno elevata rispetto ad altri Paesi, si fa sentire maggiormente perché è erogato per il 70% dalle banche, anche a causa della difficoltà, da parte dei piccoli imprenditori, di rivolgersi ad altri canali.
Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana, ha dichiarato che “in Italia esiste una serie di anomalie, alcune non rapidamente rimovibili, da affrontare con forza. A cominciare da una pressione fiscale insopportabile e da una carenza cronica di infrastrutture. Bisogna riflettere su come rimettere in moto la competitività, tutti insieme: in questo banche e imprese sono sullo stesso fronte, facce diverse della stessa medaglia”.
Patuelli si è anche opposto alla criminalizzazione degli istituti bancari, ma ha anche affermato, in merito ai debiti della PA come sia “urgente che dai buoni propositi si passi a provvedimenti che inneschino un circuito virtuoso di liquidità a chi ne ha bisogno e mettano in moto un meccanismo di buona finanza basato sulla moratoria dei crediti rinnovata due giorni fa dalle banche”.
Alessandro Azzi, presidente di Federcasse, ha spiegato il lavoro che le banche cooperative stanno cercando di svolgere, pur trattandosi, anche per loro, di un periodo particolarmente difficile.
Per questo Azzi ha voluto sottolineare la necessità di una “normalizzazione del Paese: la società è disorientata, delusa e inquieta: servono più semplificazione, più legalità, più giustizia”.
Giovanni Da Pozzo, presidente di Finpromoter, ha voluto ricordare come la crisi gravi inevitabilmente sui bilanci: “da qui l’elevata percezione del rischi da parte degli intermediari che comporta un costo del credito più alto, accentuato anche dal fatto che le imprese italiane sono bancocentriche”.
Andrea Misticoni, direttore centrale di Euler Hermes Italia, ha infine sottolineato che “nel 2013 continuerà la turbolenza economica, anche se nella seconda metà dell’anno si apriranno i primi spiragli di ripresa, mentre per la ripresa bisognerà aspettare il 2014”.
Vera MORETTI