Durante l’ultimo Convegno “Giustizia: organizzazione istituzionale e costruzione teorica”, promosso dal CNF e dalla Scuola superiore di studi avanzati de La Sapienza, Guido Alpa, presidente del Consiglio Nazionale Forense ha voluto commentare ancora una volta le conseguenze della Riforma Forense.
Meriti della riforma sono, in primo luogo:
- promuovere la giustizia diffusa a cura dei Consigli dell’Ordine;
- farsi carico della sempre maggiore qualificazione dell’Avvocatura anche per un più efficiente servizio giustizia;
- assegnare al CNF e agli Ordini una potestà regolamentare per organizzare meglio l’assetto ordinamentale professionale.
Alpa ha voluto commentare personalmente gli interventi dei relatori:
“Dal vicepresidente del Csm Michele Vietti abbiano ascoltato considerazioni che non possiamo non condividere: il CNF con i suoi studi ha sempre segnalato il rischio di empasse creato da continui e alluvionali interventi normativi sulle regole processuali. Il giudice di Cassazione Gianni Amoroso ha parlato della necessità di una sorta di moratoria della legislazione primaria, che ha investito il giudizio di Cassazione con soluzioni che l’Avvocatura ha ritenuto inadatte, come il quesito di diritto”.
Durante il convegno è emersa anche la necessità che i circuiti di soluzione delle controversie non siano più esclusivamente giurisdizionali e tribunali-centrici: “In questo ambito l’Avvocatura è all’avanguardia. La legge forense (247/2012) prevede la istituzione delle Camere arbitrali e di conciliazione presso i Consigli dell’Ordine“.
Presente anche Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti, il quale ha sottolineato come la giurisdizione contabile si sia man mano estesa nelle competenze e sulla qualità dei soggetti sottoposti a controllo; estensione destinata ad allargarsi con la nuova previsione costituzionale del necessario rispetto del principio di parità nel bilancio dello Stato.
Vera MORETTI