Le piccole e medie imprese che devono registrare sostanze chimiche o richiederne l’autorizzazione all’impiego, possono approfittare di una serie di agevolazioni decise dalla Commissione Europea.
Sono state alzate di 5 punti percentuali le riduzioni già ora previste per le pmi in relazione agli obblighi stabiliti dal Reach, il sistema comunitario di catalogazione, informazione e registrazione delle sostanze chimiche in vigore dal 2007 e che a fine maggio inizierà alla sua terza fase, con l’obbligo di registrazione per le sostanze prodotte anche sotto le 100 tonnellate.
A seconda delle dimensioni, dunque, le pmi potranno beneficiare di riduzioni comprese fra il 35% e il 95% in relazione alle tasse di registrazione standard e fra il 25% e il 90% in relazione alle tasse standard per le domande di autorizzazione.
Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Ue e commissario responsabile per l’industria, e Janez Potocnik, commissario per l’ambiente, hanno commentato: “Riducendo le tasse a carico delle Pmi indotte dalla legislazione Reach, la Commissione risponde direttamente alle loro preoccupazioni. Ci stiamo adoperando per pervenire a una legislazione sui prodotti chimici che tuteli la salute e l’ambiente e aiuti le imprese europee a crescere e a creare posti di lavoro“.
La decisione è stata accolta positivamente anche da Federchimica, che mette in evidenza come “la riduzione dei costi, particolarmente nei confronti delle medie, piccole e micro imprese, è quanto mai opportuna, considerato il difficile momento di generale sofferenza economica e lo sforzo notevolissimo che queste aziende stanno sopportando per sostenere i costi di adeguamento al Reach“.
Da quando è stato introdotto l’obbligo di registrazione dei prodotti chimici presso l’Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche che ha sede a Helsinki, i produttori hanno l’onere della prova sugli effetti delle sostanze.
La Commissione Ue è ora intervenuta, anche a seguito di una vasta consultazione con Pmi e organizzazioni imprenditoriali da cui è emerso che il Reach sarebbe visto come uno fra i 10 atti legislativi dell’Ue più gravosi.
Da qui l’atto della Commissione, effettuato nella fattispecie sui costi delle registrazioni che, per dare un riferimento, variano in un range compreso fra i 5mila e i 50mila euro.
E questa è solo una parte dei soldi che le imprese devono sostenere per osservare gli obblighi previsti dal Reach, ai quali vanno a sommarsi i dossier di singola registrazione che possono arrivare a costare fino a 2 milioni.
Ciò significa che questa operazione sta constando all’industria chimica in Italia circa 280 milioni di euro.
Vera MORETTI