di Davide PASSONI
E alla fine ci siamo arrivati. Dopo un campagna elettorale lunga, estenuante, brutta, rissosa, povera di contenuti e di idee, la parola è passata alle urne. Dalle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio uscirà, si spera, una nuova maggioranza parlamentare che porterà a un nuovo governo.
Un governo che si troverà di fronte una serie di sfide e di problemi da far tremare i polsi, in uno scenario economico che se non è postbellico poco ci manca. Prima sfida, ridare fiducia a cittadini, imprese e consumi. Il resto viene in second’ordine.
Quanti di voi seguono Infoiva, da sempre o da poco, sanno quanto a noi non interessi da dove vengono idee e proposte: arrivino da destra o da sinistra, se sono utili e funzionali alla vita e al lavoro delle imprese vanno sempre bene. Di quale colore sarà il prossimo governo, poco ci importa: ci importa che sia in grado di prendere misure tali da far ripartire, anche gradualmente, domanda, lavoro, produzione e consumi. E siamo certi che anche le persone e le associazioni con le quali tutti i giorni ci confrontiamo la pensano come noi.
Ecco perché questa settimana abbiamo scelto di porre 4 domande secche ad alcune delle più importanti associazioni italiane di categoria, scelte tra quelle che lo scorso anno hanno patito più degli altri i colpi della crisi e quelle che si distinguono per avere tanto una visione chiara dei problemi del nostro Paese, quanto idee chiare sulle possibili soluzioni. Quattro domande per misurare le aspettative che ciascuna dei esse ha nei confronti del governo che verrà e dell’Italia che l’Esecutivo saprà disegnare da qui a cinque anni, se tutto andrà bene.
Perché anche in questo caso alle chiacchiere fumose preferiamo risposte precise. E chi meglio del popolo dell’Italia che produce è in grado di darle?