Talenti del Green si diventa

 

Green marketing, pianificazione sostenibile del territorio, project finance per ambiente ed energia. Sono solo alcune delle professioni che vedono il futuro sotto la lente del ‘green’. Cresce l’importanza della Green Economy in Italia: nel 2012 sono state circa 12 su 100, pari a oltre 184mila unità, le imprese che hanno investito in campo ambientale, almeno secondo il rapporto Green Italy 2012.

Ma il settore ‘verde’ significa soprattutto per il nostro Paese crescente dinamicità dal punto di vista occupazionale: nel 2012 infatti circa il 30% delle assunzioni non stagionali programmate dalle imprese del settore privato ha riguardato figure professionali legate alla sostenibilità.

Per una volta tanto, insomma, per l’Italia l’erba del vicino non sembra poi così verde. Ma come nascono e si formano i talenti ‘green’ del futuro?

Infoiva lo ha chiesto a Francesco Perrini, professore di Corporate Finance & Real Estate presso l’Università Bocconi di Milano, e da quest’anno direttore scientifico del Mager, il Master in Green Management, Energy and Corporate Social Responsibility.

Com’è nata l’idea di creare un Master ad hoc dedicato ai futuri professionisti della Green Economy?
L’Università Bocconi svolge attività di ricerca e di didattica sui temi della “green economy” da molti anni, prima ancora che venisse coniato questo termine. Nel 2001 i tre principali centri di ricerca sui temi dell’energia, dell’ambiente e della sostenibilità (IEFE, SPACE – ora confluito nel CRESV – e CERTeT) hanno avviato il Master in Economia e Management Ambientale (MEMA). Dopo 10 anni di ottimi risultati in termini di diplomati (più di 300) e di rapporti con aziende del settore “green”, nel 2012 la Bocconi ha deciso di accettare una nuova sfida e proporre il master in lingua inglese: Master in Green Management, Energy and Corporate Social Responsibility – MaGER. Tra qualche giorno inizierà la seconda edizione del MaGER, ma ci piace precisare che si tratta della XII edizione del nostro master. Il Mager, che si è aggiudicato il 5° posto nella classifica dello “Eduniversal best master ranking” per la categoria “Sustainable development and environmental management”, ha permesso alla Bocconi di piazzarsi davanti a importanti competitor come HEC di Parigi, l’Imperial College di Londra e Yale, sui temi della sostenibilità ambientale.

Quali sono oggi in Italia le opportunità di lavoro nel settore Green?
Se facciamo riferimento alla definizione di Green Job dell’UNEP, sono tantissime le possibilità di lavoro “verdi”:  fonti energetiche tradizionali, risorse rinnovabili, mercato delle emissioni e implementazione dei meccanismi flessibili, carbon finance, certificati verdi, project finance per ambiente ed energia e finanza sostenibile, sistemi di gestione ambientale, rapporti di sostenibilità, green marketing, pianificazione sostenibile del territorio e delle risorse ambientali, gestione dei rifiuti, corporate social responsability.

Il futuro dei vostri studenti sarà più nella grande azienda o nella piccola azienda? O meglio, saranno futuri imprenditori? In Italia o all’estero?
Guardando al passato, gli oltre 300 studenti diplomati dal Mager lavorano sia in grandi aziende multinazionali che operano nel settore energetico (Eni, Enel, Edison, E.On), della consulenza (Accenture, KPMG, PWC), del settore bancario (Unicredit) e della grande distribuzione (IKEA, Autogrill), ma anche in PMI che hanno sviluppato competenze molto specifiche e  svolgono servizi di consulenza per aziende (piccole e grandi) del manifatturiero, delle energie rinnovabili, e molte altre ancora.

Quale è la diffusione delle imprese Green in Italia?
Le imprese che fanno del sostenibile un loro punto di forza si diffondono in modo pervasivo in tutta Italia. Sono stati stilati diversi studi e classifiche, ma in linea generale,  tutti sono in sintonia nel rilevare che la concentrazione massima si ha nel Nord e nel Centro Italia.  Il rapporto GreenItaly 2012, realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere con il patrocinio dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, vede la Lombardia al primo posto in quanto ad imprese che investono nelle tecnologie e prodotti verdi. Segnali positivi arrivano, però, anche dal Sud Italia, ad esempio Calabria, Basilicata e Sicilia sono prime nell’imprenditorialità bio secondo l’indice IGE 2012 realizzato da Fondazione Impresa.

Il nostro Paese è all’avanguardia nel settore Green o c’è ancora tanto da fare per migliorare?
L’Italia ha reinterpretato in chiave del tutto particolare la green economy, unendo innovazione, conoscenza, identità del territorio e la qualità del “made in Italy”, che da sempre ci contraddistingue in tutto il mondo, con eco-efficienza,  rispetto dell’ambiente, e valori etici della competitività. Ovviamente lo spazio per migliorarsi c’è sempre, ma la coesione che questo fenomeno ha creato coinvolge migliaia di piccole e medie imprese. Il rapporto GreenItaly 2012 vede segnali evidenti di “eco convergenza” nel nostro sistema: un’ impresa su quattro, infatti, investe in prodotti e tecnologie a basso impatto ambientale ed elevata efficienza energetica.

Quali sono i settori del Green in Italia che ci invidiano di più all’estero?
Senza essere esaustivo, è d’obbligo citare alcuni esempi italiani. Nella prevenzione dei rifiuti, l’esperienza del CONAI è stato in passato un esempio per molti altri paesi stranieri e continua ad essere veicolo di innovazione nella riduzione degli imballaggi. Nel settore chimico italiano abbiamo aziende votate a produzioni attente all’ambiente, che competono nel panorama internazionale: Novamont, MAPEI, Kerakoll ecc. Il settore della moda, un Made in Italy invidiato in tutto il mondo, sta dimostrando di aver intrapreso un percorso non certo irrilevante per ciò che riguarda il miglioramento della sostenibilità ambientale delle proprie produzioni. Infine, visto il territorio e i suoi prodotti, è d’obbligo citare le filiere agricole di qualità ecologica, esportate  in tutto il mondo.

Quale Paese andrebbe invece preso a modello per quanto riguarda la diffusione e la creazione di imprese Green?
Esistono numerose esperienze in diversi Paesi dove è stato possibile sostenere la diffusione e la creazione di imprese green. Un primo esempio è la “regione solare” di Friburgo, in Germania, diventata una delle aree leader al mondo per il fotovoltaico, in termini di produzione e innovazione dei prodotti: una politica industriale e territoriale che è anche una politica ambientale. Un altro esempio è la Corea del Sud dove, nel 2009, i green stimulus funds erano l’80% degli stimulus funds totali, favorendo in particolare la conversione ad una mobilità sostenibile.

Alessia CASIRAGHI