di Davide PASSONI
Lo abbiamo visto all’inizio della settimana: con le sue politiche fiscali e occupazionali e un tasso di burocrazia nettamente al di sotto del livello di guardia, la Carinzia è facilmente diventata la terra promessa per i piccoli imprenditori italiani strozzati da tasse e scartoffie.
Ora cerchiamo di capire direttamente da chi lavora nell’Entwicklungsagentur Kärnten (EAK), la società al governativa responsabile per la promozione della Business Location Carinzia, chi e quanti sono gli italiani che già hanno scavalcato le Alpi e che succede nella bassa Austria. Risponde Natascha Zmerzlikar, Investors Service Italia di EAK.
Come segue EAK le aziende italiane che vogliono investire in Carinzia?
EAK assiste e scorta le aziende italiane nel loro desiderio di internazionalizzazione verso i mercati esteri, nella fattispecie la Carinzia. Quest’ultima si trova a competere fianco a fianco con altre regioni austriache, come ad esempio il Tirolo, e ovviamente con altri paesi quali la Germania. Uno dei punti a suo favore è il fatto che la location e la regione sono già note a molti italiani, in particolare del Nord (Friuli, Veneto). A questo si aggiunge che la lingua italiana è ben introdotta nel sistema scolastico carinziano e che molti carinziani la parlano, una realtà straordinaria in Austria e decisiva, oltre ai fattori finanziari, nella scelta a favore della Carinzia.
Quanti sono gli imprenditori italiani, non solo veneti, che hanno già trasferito la loro attività in Carinzia?
Il numero di progetti totali realizzati da Entwicklungsagentur Kärnten dal 1999 è di circa 280, 90 dei quali italiani. Solo nel 2012, di italiani ne sono stati realizzati 21. Attualmente ce ne sono sul tavolo 288: 184 dall’Italia, 71 da Germania/Austria, 33 dal resto del mondo. I progetti italiani provengono da 13 regioni, quelle che ne contano il maggior numero sono il Veneto, 108, il Friuli, 28, la Lombardia, 20 e l’Emilia Romagna 10.
Quanto lavoro hanno creato?
I 90 progetti di insediamenti aziendali di provenienza italiana corrispondono a circa 800 nuovi posti di lavoro e 25 posti a rischio “salvati”.
Invece, quante nuove richieste di imprenditori state valutando?
Il totale delle prime richieste provenienti dall’Italia è di circa 450.
Quali sono le tipologie produttive più rappresentate?
Fra i settori produttivi più frequentemente insediati in Carinzia ci sono il metalmeccanico, l’ICT, le energie rinnovabili, carta e legname nonché le materie plastiche.
I progetti realizzati dal 1999 sono circa 280, ma da quando comincia il “boom” della Carinzia?
Una maggiore richiesta delle imprese italiane viene segnalata da 2004, data a partire dalla quale diventa ufficiale il fatto che dall’1 gennaio 2005 in Austria l’IRPEG/IRES è scesa dal 34% al 25%. In Austria, poi non esistono nemmeno studi di settore né l’IRAP. Rispetto all’Italia, poi, le procedure burocratiche per autorizzazione, permessi di costruzione etc. sono molto più brevi: in Austria, e soprattutto in Carinzia, la concessione edilizia è disponibile dopo soli 7 giorni, le autorizzazioni di impianti aziendali al massimo entro 79 giorni dalla richiesta.